Economia

I Gunbi si fermano ma è polemica fra turisti e abitanti: “Paese per vecchi, senza di noi non esistete”, “Tornate a casa”

Riviera. La festa dei Gunbi si fermerà per un anno, l’annuncio è di ieri, e la protesta popolare si scatena subito, partendo da Facebook e dai tanti commenti della gente.

I temi della protesta sono tanti: un altro pezzo dell’estate ligure – dopo il Balla coi Cinghiali – che se ne va, le poche attrazioni del territorio, un turismo “statico”, per poi spaziare fino alle spiagge troppo piccole e ad un turismo fatto solo di seconde case. Quindi, come spesso accade, le polemiche scatenano un tam tam mediatico che sconfina anche in altre questioni, anch’esse da affrontare.

L’estate rivierasca ha dovuto fare i conti con la chiusura di diverse discoteche che, fino a qualche anno fa, arricchivano l’offerta turistica e dei divertimenti. Negli anni hanno chiuso i battenti la storica “Capannina” di Alassio, il “Bfly” di Loano, le “Vele” – per questioni burocratiche – sono state ferme per parecchio tempo, il “Golden Beach” di Albisola ha rischiato di rimanere chiuso.

“Stanno distruggendo tutto, le discoteche sono sparite quasi tutte, Balla coi Cinghiali hanno fatto tanto che l’hanno regalata al Piemonte, ora i Gunbi, domani cosa ci tolgono? Siamo ormai solo un costosissimo ospizio”, scrive un lettore sulla nostra pagina Facebook. E ancora: “Purtroppo le spiagge sono quello che sono, striminzite, carissime, niente di che. La sera dove vai? Locali dai nomi iperbolici, in realtà bar con musica,niente di che. Difficile trattenere qui i miei nipoti, sino ai 16 anni obbligati poi ‘ciao ciao vado in Romagna o Sardegna’. E’ già tanto che ci venga ancora qualcuno a passare le vacanze e a Ferragosto riescono perfino a fare il pieno!”.

“Gli amici liguri si meriterebbero di vivere un anno senza turismo. In modo tale che capiscano la forte risorsa che hanno ma che non sanno coltivare”, punta il dito un lettore aprendo un altra questione: la gestione del turismo, ovvero l'”industria dell’accoglienza”, come aveva sottolineato qualche settimana fa il “guru” del turismo Roberta Milano.

Altro capitolo: i proprietari delle seconde case che, per molti, “immobilizzano” l’economia della Liguria. “Non ci sono parole per descrivere quello che la liguria sta diventando. Colpa e di tutti, dei locali e dei proprietari di seconde case non dei turist. Senza dimenticare l’amministrazione ovviamente, un baratro più che meritato”.

La polemica, poi, si accende ancora di più con lo scontro fra turisti e abitanti liguri: “Paese per vecchi – esordisce una lettrice -. Continuate a lamentarvi del milanese che andate bene cosi, la verita’ e’ che senza il milanese e torinese voi siete morti”. E ancora: “Ma tu nella tua beata ignoranza pensi che tutti i liguri vivano di turismo? Il tuo unico neurone affumicato dallo smog non ci arriva? Poi tu pensi che qui è Disneyland? Che quindi tutti viviamo per far divertire i buzzurri in ciabatte e calze? Non si dorme la notte al pensiero speriamo che giungano, speriamo che giungano…”. Oppure: “Be’ ci sono tante regioni migliori di questa dove vale la pena di pagare per una seconda casa no? E allora che ci fate qui? Andate, andate che i nostri conti ce li paghiamo da sempre, anche quelli dovuti alla vostra arrogante ed ingombrante presenza, non a causa di tutti ma a causa di troppi”.

Insomma, pare proprio che si sia riaperta una vecchia spaccatura, quella fra turisti e liguri. I “botta e risposta” sulla nostra pagina Facebook sembrano essere soltanto la coda di una lunga diatriba che da anni la fa padrone nei discorsi fra la gente e per la strada. Ma qual’è la vera posizione degli abitanti rispetto al turismo?

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