Punta Murena ad Alassio, il Consiglio di Stato respinge il ricorso di Aida: “Il Puo avrebbe stravolto il paesaggio”

Punta Murena, spiaggia alassio

Alassio. Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello proposto da Aida srl contro la sentenza del Tar ligure in merito a Punta Murena, confermandola integralmente e condannando la società. Ad annunciarlo è l’avvocato Daniele Granara, che nella causa rappresentava il presidente del Wwf Savona Anna Maria Fedi.

Quella sentenza, emessa nel 2012, aveva annullato gli atti di approvazione del Puo (Progetto urbanistico Operativo) presentato da Aida ed approvato dal Comune di Alassio, avente ad oggetto Villa Brunati, la sua dependance e l’edificio prospiciente la passeggiata a mare, nonché la demolizione e ricostruzione dei bungalows presenti in sito, nonché l’autorizzazione paesaggistica e gli altri atti connessi.

Il Consiglio di Stato ha rilevato che “Villa Brunati costituisce un complesso storico di grande bellezza che, come dimostrano le foto allegate in primo grado, verrebbe del tutto stravolto dal PUO proposto dall’Aida” e “non vi sono dubbi che la ‘sistemazione paesaggistico-ambientale’ effettivamente comporterebbe l’abbattimento di un notevole numero di alberi (…) e potrebbe forse compromettere la stessa stabilità geomorfologica del terreno che appare in forte pendio sul mare”.

Rileva, pertanto, il Consiglio di Stato come “il PUO in esame infatti si estende ben oltre i margini di un intervento definibile in termini di ‘isolato’ e di ‘singola situazione di degrado’ abbracciando in realtà diverse strutture di un’ampia area”, ivi compresa la realizzazione ex novo di otto unità residenziali (per 690 mq) in violazione del divieto generalizzato di nuove costruzioni insistente sull’area.

“Mentre i vecchi bungalow, sia pure di scarso pregio, sono praticamente quasi invisibili in tutte le foto in atti, così non può dirsi dell’impatto complessivo dei 16 appartamenti sotto l’aspetto urbanistico, edilizio, paesaggistico ed ambientale, delle ristrutturazioni e delle edificazioni, a vario titolo, illegittimamente autorizzate dal Comune di Alassio in violazione del divieto di nuove costruzioni e del divieto di “alterare in misura paesaggisticamente percepibile la morfologia e le sistemazioni terreno” è la conclusione del Consiglio di Stato.

“Il Wwf esprime grande soddisfazione per aver ancora una volta contribuito all’affermazione dei valori costituzionali ed indisponibili in materia ambientale – fa sapere l’avvocato Granara – con specifico riguardo alla tutela del paesaggio, che, come nuovamente ribadito dal Consiglio di Stato, non può essere pregiudicato da un esercizio scorretto dell’attività edilizio-urbanistica, quale quello assentito dal Comune di Alassio con gli atti impugnati in primo grado”.

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