Liguria. Una lettera ai dipendenti, per spiegare le ragioni dell’acquisizione da parte di Mubadala e le motivazioni alla base del tanto contestato piano industriale. E’ la mossa scelta da Alberto Galassi e Carlo Logli, rispettivamente nuovo presidente ed amministratore delegato di Piaggio Aero, per tentare di ricucire lo strappo con i lavoratori e renderli partecipi delle strategie messe in atto per salvare l’azienda.
“Salvare” perché, a detta dei due dirigenti, Piaggio Aero, otto mesi prima dell’acquisizione, versava in condizioni critiche e, senza l’ingresso del potente azionista asiatico, il fallimento sarebbe stato inevitabile. “Salvataggio” e “Rilancio” sono quindi le due parole chiave del piano industriale, spiegano: e il rilancio non può che passare dalla diversificazione dei prodotti, l’ulteriore sviluppo del P180 Avanti II, l’espansione nella motoristica aeronautica, il completamento dello stabilimento di Villanova d’Albenga e il rafforzamento su Genova delle attività di revisione e riparazione dei veicoli.
Questo dunque il destino di Sestri: diventare un centro di manutenzione, attraverso la creazione di una nuova società controllata da Piaggio Aero. Oltre a ciò, annunciano, l’azienda lavora per creare un indotto qualificato che porti alla costituzione di un vero e proprio distretto industriale aeronautico (di qui la decisione di esternalizzare), ed è alla ricerca di ulteriori opportunità occupazionali, anche presso altre aziende del territorio che possano essere interessate ai profili professionali presenti in Piaggio Aero.
“Abbiamo finora assicurato alle Organizzazioni Sindacali che non avremmo assunto decisioni unilaterali”, dicono i due dirigenti: ma lo sciopero a oltranza iniziato lunedì ha cambiato le carte in tavola. “Il persistere di questa situazione determinerà gravi conseguenze sul piano produttivo e commerciale, non permettendoci di rispettare gli impegni di consegna contrattuali e determinando l’annullamento dei contratti già acquisiti e quasi certamente delle future opzioni, da parte dei nostri clienti danneggiati, in una fase delicatissima di lancio al mercato della nuova versione civile del P.180 Avanti”.
La chiusura non lascia spazio ad alcun margine di trattativa: “Nessuna azione di forza ci porterà a modificare i punti essenziali del Piano di Salvataggio e Rilancio e, lo ribadiamo fermamente, solo un confronto libero da opportunistiche strumentalizzazioni di parte potrà individuare e definire quelle rassicuranti soluzioni che noi siamo pronti ad adottare”.
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