Savona. Un parere tecnico sull’istanza di dissequestro della centrale termoelettrica di Vado Ligure. E’ quello richiesto dal Procuratore Francantonio Granero e dal sostituto Chiara Maria Paolucci prima di esprimersi sulla richiesta avanzata nelle scorse settimane dai legali di Tirreno Power. L’incarico di valutare il progetto dell’azienda è stato affidato a Stefano Scarselli, l’esperto di inquinamento ambientale che si era già occupato della perizia ambientale sulla centrale richiesta dagli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta sull’impianto vadese.
Toccherà quindi al perito valutare (nel minor tempo possibile) la fattibilità della proposta di Tirreno Power. Solo dopo aver analizzato le conclusioni di Scarselli i magistrati savonesi trasmetteranno il loro parere al gip Fiorenza Giorgi che deciderà se accogliere o respingere l’istanza di dissequestro. Un documento che parla di un “progetto di miglioramento” da sviluppare in due fasi: nella prima si parla di attuare cambiamenti sotto il profilo gestionale straordinario e manutentivo, nella seconda invece si passerebbe ad interventi strutturali. Un piano che secondo i legali dell’azienda porterà a notevoli progressi sotto il profilo delle emissioni.
In particolare, nella richiesta di dissequestro, Tirreno Power prevede di ottenere da subito un miglioramento delle emissioni che arriverebbero ad essere “ben sotto” l’Aia in vigore e “in linea” con le MTD (migliori tecnologie disponibili). Nella seconda fase invece, attraverso interventi strutturali, le emissioni diventerebbero “ampiamente” all’interno delle MTD. Per quanto riguarda i tempi nell’istanza si parlerebbe di un progetto di miglioramento da svilupparsi nel periodo maggio 2014-maggio 2016. La previsione dei legali dell’azienda (ovviamente la stima è arrivata attraverso l’analisi di consulenti tecnici) è quindi di abbattere le emissioni della centrale nell’arco di due anni.
Si tratta di interventi in particolare sulle emissioni di SO2 che nel 2013 hanno rispettato ampiamente i limiti Aia di 390 µg/m3 attestandosi mediamente su 220 µg/m3 e che, con questi interventi, sarà possibile far scendere da subito sotto i 200µg/m3 indicati dalle Mtd. Per quanto riguarda le polveri e l’NOx i limiti emissivi rispondono già a quanto indicato dalle Mtd. Il progetto prevede diversi interventi strutturali tra i quali il passaggio a metano dell’alimentazione nella fase di avvio, eliminando così completamente l’olio combustibile, e la copertura del parco carbone.
Intanto è ufficiale il passaggio di testimone per l’incarico di capo centrale dell’impianto di Vado: dal 1° di giugno l’ingegner Alessandro Gaglione prenderà il posto di Pasquale D’Elia che diventerà invece responsabile del settore fonti rinnovabili. A partire da quella data, di conseguenza, come richiesto dai legali dell’azienda, il giudice Giorgi nominerà come custode giudiziale dei gruppi finiti sotto sequestro il nuovo capo centrale.