Carcare. Una mostra singolare ma che ha tutte le caratteristiche per avere successo, in primo luogo proprio per l’abilità dell’artista, e poi per il tema trattato, infine, non da ultimo, per il richiamo al grande passato letterario italiano. Il nome di battesimo è lo stesso per entrambi: Giovanni. Il cognome è Boccaccio per l’indimenticabile autore toscano del Trecento, Rossi per l’artista carcarese che presenta a Villa Barrili il “suo” Decameron, con una mostra scultorea che verrà inaugurata sabato 24 maggio alle 18.
Invertendo il paradigma scolastico, Giovanni Rossi trasforma in dieci sculture ceramiche di vivido realismo, mostrandone l’acume erotico, altrettante novelle nelle quali Boccaccio scatena le sue fantasie, con l’aiuto di una sapiente quanto intrigante abilità della scrittura. Le opere di Rossi sono un trionfo della più evidente carnalità ma si mostrano in modo quasi innocente, o forse naturale, per sottolineare il significato fondamentale che il sesso ha sempre avuto nella vita degli uomini e delle donne. Proprio nello stile boccaccesco, uno dei padri della letteratura italiana che ha dipinto la donna attraverso le sue opere non come un angelo (alla maniera di Dante Alighieri) ma come un essere umano, che diventa vera attrice e sa accendere tanto lo spirito quanto la carne.
La mostra, che sarà visitabile fino al 29 giugno, è organizzata dall’assessorato alla Cultura di Carcare, dal Consiglio di biblioteca e giovanile, dal Centro studi Barrili, in collaborazione con il Liceo Calasanzio e il Circolo degli Artisti di Albissola Marina, ma soprattutto gode del patrocinio del Comune di Certaldo, ossia la città natale di Boccaccio, dove l’iniziativa carcarese è stata accolta con molto entusiasmo nell’anno appena successivo al settimo centenario della nascita del grande autore italiano. Proprio per i contenuti espliciti e ritenuti un poco irriverenti per un pubblico “in erba”, l’accesso alla mostra ai minori di 14 anni sarà consentito solo se accompagnati.