Liguria. Francesco Bruzzone esprime soddisfazione per la decisione del Tar ligure, che ha respinto il ricorso delle associazioni ambientaliste sul nuovo Regolamento Provinciale su uso e detenzione dei richiami vivi della Provincia di Savona.
“Ancora una volta, il Tar ha rigettato le richieste degli ambientalisti – attacca Bruzzone – Il nuovo Regolamento per la detenzione ed uso dei richiami vivi per l’esercizio venatorio da appostamento nella provincia di Savona, fortemente voluto da me e dall’allora assessore alla Caccia della Provincia di Savona Paolo Ripamonti, entra pertanto in vigore a pieno titolo, rendendo migliore e più leggero l’utilizzo e la detenzione dei richiami vivi”.
“Alla fine la coerenza, che si traduce nel fare le cose bene, prevale sulle arroganti prese di posizione di certi finti ambientalisti – punta il dito il leghista – La caccia tradizionale alla migratoria con i richiami vivi, in provincia di Savona, fa un passo in avanti, migliora, e quindi assicura un futuro legittimamente più certo”.
Sa sentenza del Tar, per contro, ha parzialmente annullato il calendario venatorio della Liguria della scorsa stagione 2013/14, che aveva visto anche alcune settimane di sospensione dell’attività venatoria in Liguria a ottobre e novembre 2013. Oggetto delle censure dei giudici sono stati l’uso di munizioni al piombo nella caccia agli ungulati, la caccia ai migratori e l’allenamento dei cani da caccia.
“Purtroppo si riproporrà anche quest’anno il problema di una Regione Liguria che non vuole prendere atto delle censure della magistratura amministrativa – attaccano dalla Lega Abolizione Caccia – avendo anche per la prossima stagione previsto il disturbo della fauna selvatica in periodo estivo attraverso l’allenamento anticipato dei cani da caccia, o l’uso di munizionamento con metallo tossico che compromette la qualità delle carni di ungulati come capriolo, daino e cinghiale (tramite la presenza di frammenti di proiettili di piombo) consumate e commercializzate, come attestato da approfondite ricerche scientifiche. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, concludono dalla Lac.