Cronaca

Allarme bomba in tribunale, durante l’emergenza Granero e i pm restano in ufficio: si indagherà per procurato allarme

evacuato tribunale allarme bomba

Savona. “Sono fermo al mio posto e sfido le minacce reali o quelle del mitomane restando qui a fare il mio lavoro”. Il tribunale di Savona è stato evacuato ed è in corso la bonifica da parte degli artificieri della polizia, ma il Procuratore Francantonio Granero non ha lasciato (come hanno fatto anche gli altri pm dell’ufficio e alcuni giudici) la sua scrivania al sesto piano di Palazzo di Giustizia.

Il numero uno della Procura ha preferito non commentare quanto successo questa mattina in tribunale (lo sgombero dell’edificio per un allarme bomba), precisando solo di non aver abbandonato il suo ufficio nemmeno per un momento. Il Procuratore è stato imitato anche da altri colleghi che come lui (ovviamente prendendo la decisione in autonomia) hanno preferito restare nelle loro stanze a lavorare anziché abbandonare il palazzo.

Anche se la scelta di restare all’interno dell’edificio fa intuire che i magistrati non abbiano ritenuto davvero fondato l’allarme bomba, quanto successo è ritenuto un episodio molto grave. Allo stesso tempo è stato ritenuto doveroso eseguire un controllo accurato per escludere la presenza di un ordigno in tribunale. Certamente sarà avviata un’indagine per procurato allarme, ma resta da capire se in questo caso la competenza sia di Savona o di Torino visto che i pm savonesi sono la parte offesa.

Nei corridoi del sesto piano di palazzo di giustizia sarebbero convinti che la matrice della segnalazione anonima sia “savonese”, anche se la telefonata è arrivata alla Questura piemontese. La scelta di chiamare proprio a Torino (la sede di competenza per i procedimenti che coinvolgono i magistrati del distretto di Genova) potrebbe non essere stata casuale, ma fatta con la volontà di mandare un chiaro messaggio alla Procura di Savona. Una sorta di sfida al controllo di legalità che i magistrati savonesi hanno attuato negli ultimi anni sul territorio provinciale. Ma c’è anche chi “semplifica” quanto accaduto trovando la spiegazione nel gesto di un mitomane o nella volontà di qualcuno di far slittare un processo.

Certamente l’allarme bomba ha avuto effetti disastrosi per l’attività giudiziaria penale e civile che, di fatto, è stata paralizzata. Prima che scattasse l’emergenza nella aule di penale c’è stato il tempo di leggere un paio di sentenze, ma la maggior parte dei processi è stata rinviata.