Savona. “Ho la Finanza a casa non vengo a lavorare, per tre o quattro giorni non risponderò al cellulare, sostituitemi”. Con queste parole il trentaseienne Alessandro Sola, arrestato nell’inchiesta sulla Rsa Vada Sabatia, questa mattina, per telefono, ha avvisato il suo caposervizio che non sarebbe stato presente al lavoro.
A svelare il retroscena è Laura Gengo, il presidente di Cooperarci Savona, la cooperativa per la quale il trentaseienne quilianese finito in manette prestava servizio a tempo determinato dallo scorso 11 aprile.
Sala, che deve rispondere dell’accusa di violenza sessuale per i presunti abusi su una paziente psichicamente minorata della Rsa Vada Sabatia, aveva un contratto con Cooperarci fino al 30 giugno. Per la cooperativa stava lavorando come operatore socio-sanitario, facendo assistenza domiciliare e alcune ore di sostituzione presso alcune strutture.
“Abbiamo saputo dagli organi di informazione dell’arresto dell’operatore da noi assunto con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2014 – spiega Laura Gengo – Ci siamo subito attivati con il nostro legale e con il consulente del lavoro. Nella giornata odierna faremo partire una lettera di richiesta di chiarimenti e una sospensione cautelativa dal servizio”.
“Il capo di accusa imputato al dipendente riguarda episodi risalenti, da quanto si legge, a più di due anni or sono, quando il lavoratore era dipendente di altra impresa presso la struttura Vada Sabatia, da noi non gestita – spiega Laura Gengo – Con noi non è mai successo niente. Abbiamo informato e sentito subito i responsabili di riferimento circa il comportamento in servizio dell’operatore in questione e vogliamo sottolineare come non siano stati rilevati comportamenti scorretti, né lamentele da parte degli utenti o dei colleghi. Non ha a che fare con persone disabili, ma faceva appunto qualche assistenza domiciliare e in strutture. L’avevamo assunto per due mesi proprio per delle sostituzioni”.
“Abbiamo, pertanto, verificato il corretto comportamento in servizio per il periodo di nostra competenza e informato i servizi territoriali competenti attraverso comunicazione formale circa la sospensione cautelativa del lavoratore e la immediata sostituzione” conclude il presidente di Cooperarci.