Cronaca

Suicidio Bolia, il buco nelle casse dei comuni sarebbe di oltre 250 mila euro

Pietra L. Giorno dopo giorno emergono nuovi dettagli sull’operato di Paolo Bolia e su come il responsabile del settore ragioneria dei comuni di Calice Ligure e Tovo San Giacomo avrebbe distratto nel tempo piccole somme di denaro da alcuni conti correnti di cui aveva il controllo.

Dagli accertamenti svolti nel comune di Calice sarebbe emersa anche la presenza di numerosi prelievi in contanti effettuati direttamente nella filiale cittadina della Carisa, che fungeva anche da tesoreria comunale. Le verifiche portate avanti nel comune guidato da Livio Sterla sono risalite sino al 1997 ed in questi giorni prosegue a pieno ritmo il lavoro contabile di controllo sugli ammanchi. Definire l’ammontare del “buco” sarebbe complicato proprio per le diverse modalità che il ragioniere avrebbe utilizzato per spostare il denaro.

Dalla Procura e dal sostituto titolare dell’indagine, Ubaldo Pelosi, le bocche sono cucite, ma, per quello che trapela, l’indagine potrebbe anche allargarsi e toccare anche altre persone.

Secondo quanto emerso, i prelievi in contanti ammontano a diverse migliaia di euro ciascuno. Visto il ruolo ricoperto nei comuni dal funzionario, la modalità con cui avrebbe distratto i fondi era semplice: a predisporre i mandati di pagamento verso i fornitori dei comuni e a tenere i rapporti con le banche era infatti proprio lo stesso Bolia.

Stando agli accertamenti svolti nei comuni, che sono impegnati a ricontrollare ogni riga di tutti gli estratti conto, venivano effettuati bonifici con causale generica ma destinati in gran parte sul conto della Corale Pietrese di cui Bolia era presidente.

Nei prossimi giorni, quando le verifiche dei comuni saranno concluse, sarà possibile definire con precisione l’ammontare del buco, mentre si lavora per ricostruire anche gli ultimi giorni lavorativi del ragioniere prima del tragico gesto.

Intanto sembra esserci stata anche qualche piccola nube nei rapporti tra le stesse amministrazioni comunali dovuta al fatto che, una volta scoperto il problema, il comune di Calice non avrebbe avuto lo scrupolo di avvisare i sindaci di Tovo e Zuccarello nei quali Bolia prestava servizio.

Ad accorgersi che i conti nelle casse dell’ente non tornavano sarebbe stato proprio il Comune di Calice. A quel punto, messo davanti all’evidenza dei fatti, Bolia avrebbe proposto di rifondere il danno. Pochi giorni dopo si è verificato il tragico gesto del 46enne pietrese, sulle prima inspiegabile per tutti, ma che ora, purtroppo, troverebbe una motivazione ben piu chiara e plausibile.