Politica

Regione, Melgrati sul superamento degli indici delle zone agricole “Indici assurdi”

Consiglio regionale

Liguria. Marco Melgrati (FI) ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale sulla disciplina urbanistica edilizia delle zone agricole”. Il consigliere ha rilevato che l’8 agosto 2013 il Dipartimento Pianificazione Territoriale e Urbanistica della Regione Liguria aveva trasmesso una lettera che richiama la “legittimità dei titoli da rilasciare in attuazione della vigente disciplina urbanistica edilizia delle zone agricole”.

Nella circolare il Direttore Generale del Dipartimento invitava tutti i Comuni a verificare la corrispondenza o meno degli attuali indici di edificabilità fondiaria previsti dallo strumento urbanistico per le zone omogenee di tipo E, rispetto al limite di densità edilizia massima per le abitazioni. Qualora il Comune accertasse il superamento del limite inderogabile si segnalava la necessità di provvedere all’adozione di una variante di adeguamento del proprio strumento urbanistico per ricondurre gli indici di edificabilità al rispetto del limite di densità edilizia massima o, in alternativa, per ridisciplinare tali zone procedendo anche alla loro riclassificazione sulla base dell’attuale vocazione ed assetto nel rispetto, oltreché, dei limiti inderogabili previsti nel decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, comunque delle indicazioni del vigente P.T.C.P., che hanno un’efficacia vincolante.

“Viene da chiedersi – ha aggiunto Melgrati – come la Regione Liguria abbia esercitato, in relazione agli indici in zona agricola, in tutti questi anni, la potestà di controllo sugli Strumenti Urbanistici Comunali dall’emanazione del decreto del 1968 fino ad oggi. Infatti, nella migliore delle situazioni, l’indice dei nuovi PUC o degli ultimi PRG approvati dalla Regione porta un indice agricolo di 0,02 metro quadrato su metro quadrato, il doppio rispetto allo 0,03 metri cubi su metro quadro che, tradotto in metro quadro su metro quadro, corrisponde a 0,01. Per esempio il Comune di Albenga, nel PRG adottato nel 1978 (dieci anni dopo il decreto del 1968) aveva indice agricolo 0,10 mc/mq, più del triplo rispetto a quello del decreto ministeriale e, nella variante del PRG del 2002, scendeva a 0,2 mq/mq, comunque doppio rispetto all’indice di densità massima previsto dal d.m. del 1968”.

E continua: “Vista inoltre la procedibilità di varianti per i Comuni in difetto (presumibilmente tutti) in assenza della verifica di Adeguatezza dei Piani Urbanistici Comunali già scaduti, e il rapporto con la necessità di assoggettamento alla VAS, chiedo alla giunta se sia legittimo l’indice dello 0,02 mq/mq previsto in alcuni Piani Urbanistici che introducono il limite massimo di edificabilità di zona, negli Ambiti Agricoli di PUC, che porta la densità comunque a limiti inferiori, nel computo generale, di quelli previsti dal decreto del 1968; come si debbano comportare i Comuni che hanno una lottizzazione semi agricola (aree di presidio ambientale CE) che hanno indice 0,02 e possibilità di riportare altrettanto indice dalle zone E circostanti nel raggio di 500 mt e se sia legittima la richiesta della Regione di aggiornare i Piani Urbanistici per, eventualmente, diminuire gli indici in zona agricola superiori al 0,03 previsto dal d.m. del 1968”.

Per la giunta ha risposto l’assessore all’urbanistica Gabriele Cascino: “Nell’interrogazione si fa confusione fa Prg e Puc. La lettera della Regione non aveva nulla di minaccioso, era una semplice lettera, non una delibera, che invitava i Comuni a fare il necessario ordine nelle previsioni urbanistiche. In particolare nella missiva si parla di zone omogenee dove nelle aree agricole sono previsti indici di edificabilità superiori a quelli ammessi. La questione è emersa non tanto sui Puc approvati di recente, ma analizzando i piani regolatori approvati nel passato che si rifacevano ai vecchi piani di fabbricazione aumentando gli indici”.

E prosegue: “In particolare nella lettera invitiamo i Comuni a fare chiarezza e a decidere se mantenere per certe zone la destinazione agricola o se provvedere alla loro diversa qualificazione. Quella che abbiamo avviato è solo una operazione chiarezza a favore dei cittadini e dei proprietari di terreni che hanno a che fare con i vecchi piani di fabbricazione. Si dovrà fare uno screening complessivo. Quello della Regione è stato un invito rivolto ai Comuni a rendere più coerente e più adeguata dal punto di vista ambientale ed edificatorio la pianificazione comunale a quella regionale”.

Melgrati ha ribattuto: “Da certo punto di vista l’assessore mi ha conformato che la lettera travalica la sua competenza. Inoltre non ha risposto come è possibile che, se un piano di fabbricazione prima del 1968 prevedeva determinati indici, il Prg varato dopo il 1968 ne prevede indici doppi. Come è stato possibile che avvenisse una cosa del genere? Cosa hanno fatto gli uffici in tutti questi anni. La Regione ha scritto una semplice lettera, ma se ci sono state delle intemperanze l’azione doveva essere durissima. Se nei piani regolatori sono previsti degli indici assurdi, come mai la Regione che li hanno accettati?”.