Economia

Regione, emergenza immigrazione: “Situazione di allarme e preoccupazione, intervenire”

Migranti profughi

Liguria. E’ stato approvato il 16 aprile scorso, nella Conferenza Unificata delle Regioni e delle Province autonome, il documento d’indirizzo relativo all'”Emergenza flussi non programmati”, in materia di emergenza immigrazione.

Nella nota diffusa dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Liguria, si legge di “18 mila profughi in arrivo in Italia dall’inizio dell’anno” e che vi è “la necessità di organizzare il sistema di accoglienza in modo da poter rispondere in maniera dignitosa e veloce all’arrivo contemporaneo di numeri estremamente elevati di migranti”.

“Si tratta di un flusso in ingresso che, attraverso l’Italia si dirige verso l’Europa, e pertanto è necessario che il Governo italiano attivi tempestivamente un serrato confronto con l’Unione Europea affinché sia condivisa una strategia comune di accoglienza e integrazione”.

E ancora: “La situazione che oggi i territori rappresentano è di grande allarme e preoccupazione per le modalità di gestione dell’emergenza di queste ultime settimane”.

“Si fa presente che tale gestione sta determinando comunque l’utilizzo di risorse finanziarie, con gravi criticità che attengono alla bassa qualità dei servizi alla persona attivati, anche in relazione alla necessità di garantire adeguati screening sanitari delle persone in arrivo da parte delle ASL, a tutela delle persone stesse e della popolazione tutta. Ciò non fa che suscitare allarme nei territori, determinando fibrillazioni nella popolazione invece di veicolare le accoglienze nell’ambito di un sistema protetto e consolidato”.

“In questo contesto, e nella piena consapevolezza della gravità della situazione, riteniamo che sia necessario ed urgente mettere in campo interventi di tipo strutturale, in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali. La gestione dell’accoglienza diffusa, tramite le Prefetture e senza il coinvolgimento dei territori, sta infatti creando disagi e tensioni che, non tenendo in dovuto conto il metodo proficuamente costruito a seguito dell’emergenza Nord Africa, mettono a rischio la tenuta complessiva dell’intero sistema di accoglienza”.

Veniamo al metodo: “Non intendiamo mettere in discussione il ruolo delle Prefetture ma riteniamo necessario che le misure siano concordate nell’ambito dei “Tavoli di coordinamento regionali presieduti dai Prefetti delle province capoluoghi di Regione” (così previsti dall’intesa sancita in Conferenza Unificata lo scorso luglio 2013) e di concerto con le Regioni e i Comuni (i tavoli dovrebbero funzionare come unità di coordinamento permanente in grado di operare per far fronte alle emergenze).

La nota poi entra nel merito dei costi: “Poniamo, inoltre, il tema della copertura dei costi dell’emergenza, della prima accoglienza e dei posti del circuito Sprar, già approvati con il recente bando e la rilevante questione dell’equilibrio territoriale nell’assegnazione dei migranti. A tutt’oggi sarebbe prevista una copertura solo sino a giugno per il totale dei posti disponibili dopo il nuovo bando (circa 20 mila), si chiede pertanto certezza sullo stanziamento da parte dell’Economia.

“Questi i punti essenziali per ritornare a una gestione ordinaria e di sistema: si chiede di definire con urgenza un Piano Nazionale, imperniato sul sistema di accoglienza Sprar, declinato per step di attuazione successivi a seguito di potenziali flussi di arrivi non programmati, secondo una equa distribuzione per ambiti regionali che preveda: l’attivazione immediata dei 6.500 posti aggiuntivi su cui i comuni hanno già dato la loro disponibilità in sede di bando Sprar; di effettuare ulteriori ampliamenti della rete Sprar, anche immediati, attraverso lo stanziamento di risorse certe e subito disponibili: lo Sprar deve rimanere il perno centrale del sistema di accoglienza nazionale. Infatti gli stessi Comuni rete Sprar potrebbe essere disponibili ad attivare posti aggiuntivi”, conclude la nota.