Cronaca

Presunte irregolarità nella ristrutturazione di una “crosa” ad Alassio: Melgrati e impresario assolti

Marco Melgrati

Savona. Abusi edilizi e violazione di un vincolo monumentale. Erano le accuse contestate all’ex sindaco di Alassio Marco Melgrati ed un impresario, Biagio Bogliolo, che questa mattina sono stati assolti dal giudice del tribunale di Savona Marco Canepa. Gli imputati, difesi dagli avvocati Vazio e Cangiano, erano finiti a giudizio in relazione ai lavori eseguiti su una “crosa” nelle colline alassine.

Melgrati era finito a giudizio perché come progettista aveva presentato una Denuncia di Inizio Attività per la realizzazione della sistemazione della “crosa”, per renderla transitabile con automobili. La pavimentazione, gravemente compromessa da interventi precedenti per le urbanizzazioni e dai passaggi di centauri che utilizzano questo tracciato come percorso fuori strada, era stata sostituita con pietre in analogia a quella che doveva essere la pavimentazione originaria, riutilizzando le lastre in buono stato. Un progetto che aveva avuto il parere favorevole della Commissione locale per il Paesaggio ed era stato trasmesso in Sovrintendenza per richiedere e ottenere l’autorizzazione paesaggistica, in quanto zona di vincolo ambientale. Solo dopo l’ottenimento della autorizzazione paesaggistica e quindi la legittimità della Dia era stato dato regolare inizio dei lavori.

La Procura di Savona aveva però rinviato a giudizio l’architetto Marco Melgrati, quale progettista e direttore dei lavori, Biagio Bogliolo e il proprietario, che nel frattempo è deceduto, perché secondo l’accusa “non si erano dotati della necessaria autorizzazione ‘Monumentale'”. La difesa ha sostenuto che l’Ente che rilascia l’autorizzazione paesaggistica, cioè la Sovrintendenza, è lo stesso che dovrebbe, nel caso, rilasciare l’autorizzazione ambientale e che comunque la funzione di controllo spettava e spetta al Comune, che avrebbe potuto interrompere il lavori immediatamente dopo la presentazione della comunicazione di inizio degli stessi.

“Esprimo soddisfazione per il riconoscimento della mia buona fede e del mio corretto comportamento, e ancora una volta la mia completa fiducia nella Magistratura giudicante che ha saputo valutare correttamente gli atti, i fatti e le testimonianze. E’ la ventesima volta da quando sono sceso in campo politicamente come Assessore prima e Sindaco dopo, che vengo rinviato a giudizio, processato e assolto. Credo che se non fossi stato sindaco, molti rinvii a giudizio non ci sarebbero stati. Secondo me qualcosina che non funziona ci deve essere, ma oggi prevale la felicità”.