Cronaca

“Il pm non può essere strumentalizzato”: la reazione della Procura all’istanza per riavviare la centrale, l’ultima parola al gip

Procura Savona

Vado L. “Il pubblico ministero non può essere strumentalizzato. Quindi non si possono orientare le decisioni del magistrato sulle istanze che vengono presentate con degli argomenti che non sono strettamente inerenti al procedimento”. Il parere della Procura sulla richiesta di poter riavviare temporaneamente i gruppi della centrale vadese, sotto sequestro dall’11 marzo scorso, non è ancora noto, ma queste parole, pronunciate questa mattina dal procuratore Francantonio Granero, sembrano essere piuttosto lapidarie.

Il procuratore, come raramente accade, si è lasciato andare ad un commento in merito all’istanza presentata dai legali di Pasquale D’Elia, il capocentrale ed ora anche custode giudiziale dei due gruppi a carbone sotto sequestro. Una richiesta sulla quale i magistrati savonesi daranno un parere e che poi sarà valutata anche dal gip Fiorenza Giorgi. Per quanto riguarda il punto di vista dei primi, anche alla luce delle pensiero del capo dell’ufficio, appare difficile che l’istanza possa essere accolta.

Dalla Procura è stato già ribadito ai legali dell’azienda che il carbonile non è sotto sequestro e, di conseguenza, il carbone può essere movimentato: un messaggio che sembrerebbe voler interpretare l’istanza di Tirreno Power come un pretesto per poter riavviare i gruppi. L’azienda, da parte sua, attraverso la relazione tecnica di un perito di parte, l’ingegner Gian Giorgio Parodi ha spiegato che l’unico modo per smaltire il carbone a rischio ossidazione è la combustione presso i Gruppi VL3 e VL4.

Un’operazione che, come hanno precisato i legali nella richiesta di dissequestro, avverrebbe nel rispetto dei “limiti emissivi più restrittivi (rispetto all’AIA) e ritenuti meno impattanti sulle matrici ambientali e sanitarie, proposti dal C.T. Scarselli nella Relazione Tecnica di Consulenza”. Per quanto riguarda il controllo sulle emissioni dalle ciminiere, l’azienda si impegnerebbe ad utilizzare “le misurazioni degli SME installati sui relativi condotti di adduzione al camino E2, da monitorare e calibrare anche ad opera di uno o più tecnici nominati dal giudice”.

Per capire se da palazzo di Giustizia arriverà l’ok alla riaccensione dei gruppi della centrale bisognerà quindi attendere il parere della Procura. Un responso che arriverà al termine di “un’istruttoria incidentale” (in termini meno tecnici un’analisi della documentazione presentata da Tirreno Power) da parte dei magistrati. A quel punto l’ultima parola (nel caso in cui, come prevedibile, il parere dei pm sia negativo) spetterà al gip Fiorenza Giorgi.