Vado L. Tutto dipenderà dall’incontro del prossimo 25 marzo, altrimenti tutti (o quasi) a casa. Lo pensano i lavoratori dell’indotto di Tirreno Power che questa mattina hanno organizzato un presidio davanti all’ingresso della centrale vadese, con i due gruppi a carbone chiusi a seguito del sequestro preventivo disposto dall’Autorità Giudiziaria.
Dai cancelli di Tirreno Power i lavoratori hanno organizzato un corteo fino al Comune di Vado Ligure, dove c’è un incontro con i sindaci Attilio Caviglia e Alberto Ferrando. In seguito di nuovo in corteo fino alla centrale termoelettrica.
“Aspettiamo l’incontro del 25 marzo, sperando che ci siano esiti positivi, altrimenti dal mese di aprile saranno guai…”. 250 lavoratori a rischio, che da oggi sono a casa. “La cessazione degli appalti legati al carbone crea gravi ripercussioni sull’indotto, dove i lavoratori hanno meno tutele” afferma il segretario provinciale della Cgil Fulvia Veirana.
“Servono strumenti uguali per tutti i lavoratori, che diano garanzie fino a che la centrale sarà spenta Serve poi conoscere le vere prospettive, per una riapertura rapida dei gruppi vincolando l’azienda a compiere gli interventi necessari sul fronte dell’ambientalizzazione, ed infine vedere come si colloca la centrale di Vado all’interno del piano energetico nazionale”.
“Intorno alla centrale gravitano 700 stipendi, quindi bisogna capire come rendere compatibile l’attività lavorativa di queste persone e della centrale con i temi dell’ambiente e della salute, che poi è anche la loro…” conclude la Veirana.
“Non ci sono ancora risposte da Roma. I parlamentari liguri stanno spingendo per un tavolo congiunto a livello ministeriale e speriamo che possano arrivare conferme positive anche prima del 25 marzo” dice Maurizio Perozzi della Rsu di Tirreno Power.