Vado L. Il capogruppo di Federazione della sinistra-Rifondazione Giacomo Conti, che in passato ha segnalato più volte l’emergenza ambientale del polo energetico savonese, dopo i nuovi e clamorosi sviluppi giudiziari accusa i limiti della politica energetica adottata dalla Regione su Tirreno Power. “In funzione dal 1971, la centrale di Vado Ligure – Quiliano ha subito ieri uno stop. A seguito delle indagini in corso, la Procura di Savona ha, infatti, messo sotto sequestro e spento i gruppi a carbone”.
“Un provvedimento forte che con un’altra politica energetica si sarebbe potuto evitare. Un’altra politica energetica – spiega Conti – che, come proposto da un vasto schieramento di forze, doveva portare alla riconversione dei gruppi esistenti col passaggio dal carbone al metano. Così non è stato e, complice l’assenza di un piano energetico nazionale, le amministrazioni a partire da quella regionale hanno assecondato le richieste di Tirreno Power condannando la provincia di Savona a decenni di carbone, a decenni di danni all’ambiente e alla salute dei cittadini”.
Conti ricorda che su questo tema nei mesi scorsi il gruppo in Consiglio regionale aveva presentato un’interrogazione che sollecitava un cambio di marcia da parte della Regione. “Un’interrogazione attuale, anche a seguito degli sviluppi di queste ore -. ricorda il capogruppo – cui l’assessore Guccinelli risposte con una “non risposta”, eludendo il problema che oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità”.
Conti denuncia, infine, le due emergenze, ambientale e occupazionale, collegate a questa situazione: “Se da una parte nel comprensorio savonese si è registrato un aumento della mortalità di cancro di mille unità rispetto ai parametri scientifici presi a riferimento, dall’altra si aggiunge il dramma dei lavoratori. Lo scorso novembre, inascoltati, eravamo stati facili profeti denunciando il rischio di una “nuova Ilva”, oggi quell’ipotesi sta diventando realtà e a pagarne il prezzo più alto saranno i lavorati in un tessuto produttivo già fortemente penalizzato”.
Secondo Conti “la politica, in colpevole ritardo, deve recuperare il proprio ruolo cambiare la politica energetica e salvare i posti di lavoro”.