Cairo. La bufera che sta investendo la Tirreno Power di Vado Ligure fa tremare un’altra azienda che lavora il carbone, ovvero l’Italiana Coke di Bragno. Mentre sul piano ambientale la Procura di Savona ha avviato indagini anche sulle lavorazioni dello stabilimento valbormidese, su quello occupazionale ci sono preoccupazioni più o meno fondate sul futuro dei dipendenti e dell’indotto.
Italiana Coke risponde che, “pur in un contesto economico segnato da una contrazione dei consumi nei settori automotive e meccanico, principali mercati di destinazione del coke prodotto presso lo stabilimento produttivo di San Giuseppe di Cairo, l’azienda ad oggi non è intervenuta sul fronte occupazionale mantenendo inalterati i propri organici”.
Lo “stato di salute” dell’azienda, che occupa tra diretti e indiretti circa 400 lavoratori, è stato messo in discussione dopo l’alienazione di una batteria dei forni e in conseguenza all’aumento del carbone stoccato nei parchi, conseguenza delle minori commesse di vendita del combustibile.
“Le misure messe in atto per far fronte a questa fase congiunturale – spiegano ancora dall’azienda – hanno riguardato al momento la sola “messa in riscaldo” della più piccola delle batterie di forni, vale a dire una modifica del-l’assetto produttivo a cui le cokerie normalmente ricorrono nei momenti di scarso assorbimento del prodotto da parte del mercato e già utilizzata dalla stessa Italiana Coke. Tale procedura consiste nella sospensione temporanea di una parte degli infornamenti mantenendo alcuni forni “in caldo”, per essere in grado, all’auspicabile ripresa dei consumi, di rispondere con la necessaria reattività. Già in passato l’azienda ha affrontato analoghe situazioni sapendo tuttavia mettere in atto adeguate contromisure e ponendo le basi per affrontare nuove sfide. A questo proposito Italiana Coke è costantemente impegnata nella ricerca di nuove opportunità di business in grado di allargare i propri mercati di riferimento e far fronte alla contrazione dei consumi di coke registrata in questa fase nei settori tradizionalmente serviti”.
E sul piano della manutenzione? Dopo la cassa integrazione che aveva interessato, lo scorso anno, alcune ditte che operano all’interno dello stabilimento, si erano rincorse voci su una diminuzione di inteventi ordinari. “Il mantenimento degli organici, pur in un assetto produttivo ridotto, consente inoltre di mantenere inalterato l’accurato pia-no di verifiche ispettive e la tempestiva programmazione delle manutenzioni preventive – spiegano ancora dai vertici aziendali – La ridotta necessità di interventi straordinari è il risultato di un importante piano di investimenti e manutenzioni straordinarie che è stato consuntivato negli anni precedenti e che ha portato all’installazione di macchine ed infrastrutture moderne ed efficienti. Tali opere hanno portato a un incremento dell’affidabilità degli impianti e-sistenti, scelte che rappresentano il miglior presupposto per permettere a Italiana Coke di conservare il proprio ruolo di leader nel mercato del coke negli anni a venire”.