Albenga. Prima, a fine gennaio, si è deciso di fare le primarie; poi Vaccarezza ha lanciato come candidato Roberto Schneck, e quindi il centrodestra locale si è schierato con Massimiliano Nucera. Tutto mentre il sindaco uscente, Rosy Guarnieri, assisteva dicendosi pronta da un passo indietro. Ma tra i due litiganti, come si suol dire, il terzo gode, e così la “zarina verde” torna in pista: sarà ancora lei il candidato del centrodestra alla poltrona di sindaco di Albenga.
Un’avventura iniziata nel 2010 e bruscamente interrotta quest’inverno, in anticipo sulla scadenza del mandato. A quel punto è iniziata la telenovela: la Lega continuava a supportarla, mentre Forza Italia voleva un proprio uomo. Due mesi di lotte intestine più o meno evidenti in seno al partito del Cavaliere, terminati col passo indietro di Schneck pilotato da Scajola e con la sfuriata di Nucera al suo (ex?) partito. Molto rumore per nulla, quindi: alla fine si è tornati al punto di partenza.
“In realtà non è stato altro che un confronto all’interno di una coalizione, e una presa d’atto che le regole che esistono nei partiti, quelle non scritte ma che solitamente vengono applicate, danno sempre come favorito il sindaco uscente – spiega Rosy Guarnieri – E questa è la scelta fatta. Ovviamente i partiti fanno dei monitoraggi per capire chi può farcela più di altri, ma alla fine la telenovela si è chiusa con il rispetto di quelle regole non scritte”.
Eppure Vaccarezza era stato tremendamente chiaro: “Si vince solo con Schneck”, aveva detto, sfiduciando in pratica l’ex sindaco. La replica è pungente: “Angelo sapeva di dire una piccola stupidaggine”.
Telenovela finita: forse troppo tardi? “No, assolutamente – ribatte Rosy Guarnieri – Ricordo che nel 2010 la candidatura è stata annunciata a fine gennaio e le elezioni erano a fine marzo”. Certo allora il fronte del centrodestra pareva più unito: “Non credo, probabilmente l’altra volta i confronti erano rimasti all’interno dei partiti e non all’esterno come è avvenuto in qualche occasione questa volta. Si è partiti col piede sbagliato e tutti abbiamo un po’ di colpa – ammette – ma sono certa che si ricompatterà, perché io confido molto nella squadra che è arrivata fino alla fine di un percorso interrotto da altri. E sono certa che si potrà ripartire per lavorare nuovamente, per raccogliere i frutti di quei sacrifici e del duro lavoro fatti nei due anni e mezzo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Silvano Montaldo: “Diciamo che abbiamo avuto un parto un po’ lungo, inutile negare che c’è stato un confonto interno acceso: ma alla fine si è giunti a una conclusione, e la discussione interna ha portato un candidato condiviso. Adesso bisogna lavorare. Non c’è ombra di dubbio che i tempi dicano che siamo in codice rosso, ma non è detto che non sia meglio: quando uno arriva in codice rosso è curato meglio. Serriamo le fila, vediamo di tirare dritti e arrivare al 25 maggio vittoriosi”.
Le ferite però difficilmente si rimargineranno, e chi è rimasto fuori potrebbe non portare voti alla coalizione: “Non è detto, la politica è mediazione – dice Montaldo – e a volte questi confronti servono anche per poter costruire qualcosa e dare un percorso più a lunga scadenza. Siamo anche in vista delle Europee, un voto di natura prettamente politica: le diatribe a livello locale non intaccano di certo una visione politica più ampia, nel giro di qualche giorno ci ricompatteremo”.