Cronaca

Assolti i genitori accusati di aver coinvolto la figlia 11enne in giochi erotici

tribunale Savona

Albenga. C’è il dolore per essere stati accusati di aver abusato della loro bambina, ma soprattutto c’è quello di vivere da tre anni lontani da lei. E’ una sofferenza nella sofferenza quella vissuta da una coppia albenganese che questa mattina è stata assolta in tribunale dall’accusa di violenza sessuale verso la loro figlia, oggi quindicenne, ma che all’epoca dei fatti contestati ne aveva 11.

Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione per entrambi gli imputati. Una richiesta che i giudici del Collegio non hanno accolto pronunciando una sentenza di assoluzione sia per la mamma che per il papà (assistiti dagli avvocati Marco Romeo, Paolo Scovazzi e Nicoletta Paschetti).

Gli abusi che venivano contestati ai genitori risalirebbero al 2010, quando, secondo l’accusa, la bambina veniva coinvolta dai genitori in “giochi” erotici durante i quali riceveva carezze proibite. La piccola (che era tutelata dagli avvocati Daniela Gamba e Federica Ferro) per gli inquirenti sarebbe stata costretta ad assistere ed a partecipare ai rapporti sessuali tra mamma e papà. A denunciare i presunti abusi era stata la governante che lavorava per la famiglia e, di conseguenza, frequentava spesso la casa della coppia, nell’albenganese.

A quel punto i carabinieri avevano iniziato ad indagare anche attraverso intercettazioni ambientali e utilizzando delle telecamere installate nell’appartamento della coppia. La piccola, su decisione del tribunale dei Minori di Genova, era quindi stata allontanata da casa ed affidata ad una comunità protetta (dove si trova tuttora), mentre i genitori erano stati denunciati.

Dopo la sentenza il difensore della coppia, l’avvocato Marco Romeo, ha ovviamente espresso soddisfazione per l’esito del processo: “Già dal dispositivo si capisce che l’impianto accusatorio non ha retto. C’era un’unica testimone della vicenda, la signora che lavorava come governante nella casa, e non è stata credibile. La sua testimonianza era l’unica arma dell’accusa, ma non ha retto al confronto in dibattimento. Tutti i riscontri tirati fuori dalla stessa testimone infatti sono risultati negativi. Tutti gli accertamenti extra processuali, fatti prima dell’inizio del dibattimento, come l’incidente probatorio e le intercettazioni ambientali hanno dato esito negativo”.

“Credo che, in un certo senso, proprio le indagini di polizia ci abbiano salvato perché non hanno offerto riscontri alle accuse. Sulla base di tutti questi elementi, anche se per averne certezza dovremmo aspettare le motivazioni della sentenza, penso che giustamente i giudici abbiano ravvisato l’innocenza dei due imputati” ha aggiunto l’avvocato Romeo che ha poi voluto sottolineare il dramma vissuto dai due genitori: “I miei assistiti hanno vissuto tre anni di pena per questo processo e finalmente vedono riconosciuta la loro innocenza. Adesso la speranza è di potersi riavvicinare nel più breve tempo possibile alla bambina”.