Alassio. Dovevano essere sentiti questa mattina gli ultimi due testimoni del processo per la vicenda delle multe elevate dalla guardia di finanza ai gestori delle spiagge libere attrezzate (Sla) della città di Alassio, che vede a giudizio l’ex sindaco e attuale consigliere regionale del Pdl Marco Melgrati. Il processo, che vede Melgrati accusato di abuso d’ufficio per averle revocate, è stato invece rinviato al prossimo giugno.
Il caso delle sanzioni cancellate risale al 2008: secondo la Procura Melgrati è responsabile di abuso d’ufficio perché, nella sua qualità di sindaco di Alassio, “aveva avocato a sè i procedimenti amministrativi relativi ai verbali di contestazione” elevati nei confronti dei gestori delle Sla (Spiagge libere attrezzate) di Alassio, che rientravano invece – “in assenza di diversa previsione regolamentare” – nelle competenze del dirigente del settore demanio. Inoltre, sempre secondo il capo d’imputazione, il sindaco aveva adottato provvedimenti di archiviazione “privi di motivazione o comunque con motivazioni meramente apparenti”, utilizzando come fondamento dei provvedimenti in questione “circostanze di fatto palesemente in contrasto con quanto rilevato dalla Guardia di finanza nei relativi verbali”.
Insomma, in termini meno tecnici, la tesi del sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci è che Melgrati, avendo saputo che il dirigente del settore demanio non intedeva archiviare le multe, aveva preso in mano la pratica in prima persona. A quel punto, senza motivi validi, aveva archiviato le multe. Nella scorsa udienza uno dei dirigenti comunali (l’ingegner Giuseppe Lagasio, responsabile dell’Ufficio tecnico oggi in pensione) aveva confermato come, dal suo punto di vista, quelle multe non fossero da cancellare.
Sempre secondo l’ipotesi della Procura, Melgrati con la sua condotta avrebbe “intenzionalmente provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale” ai gestori delle spiagge che si erano visti annullare le sanzioni e, nello stesso tempo, aveva procurato un danno patrimoniale al Comune che non aveva incassato i pagamenti delle multe. In particolare all’ex sindaco vengono contestate 19 ordinanze sindacali, emesse tutte tra il 2005 ed il 2008 per sanzioni relative al 2005, con le quali ha archiviato altrettante multe. Il consigliere regionale del Pdl ha sempre sostenuto di avere titolo per firmare l’annullamento. Effettivamente la Procura, più che indagare su questo aspetto, sta puntando il dito contro le motivazioni attraverso le quali Melgrati ha annullato le multe che sono ritenute prive di “fondamento”.
“Se avevo l’autorità per comminare le multe, l’avevo anche per revocarle – aveva detto il sindaco -. Bisogna infatti ricordare che a suo tempo, dagli uffici, mi venne detto che la firma in calce alle sanzioni richieste dalla Finanza doveva essere la mia. Io ero perplesso, ma la cosa mi venne confermata. Multe che vennero regolarmente pagate. In un secondo tempo, per le stesse vicende, le sanzioni vennero previste anche per le persone fisiche e in questo caso, stando ai pareri degli uffici e alle memorie presentate dagli interessati, trattandosi di un ‘duplicato’ delle sanzioni, ho deciso di revocarle ritenendo in buona fede di poterlo fare”.