Cronaca

Si finge assistente sociale per rubare in casa, le vittime non possono testimoniare al processo: nomade assolta

Savona Tribunale

Pietra L. Fingendosi un’assistente sociale, una donna era riuscita a farsi aprire la porta di casa da due anziani che poi aveva derubato di diverse centinaia di euro. Per quei due furti era finita nei guai una noamde, Paola Cena, 52 anni, che era stata riconosciuta come la finta dipendente del Comune da una delle due vittime e rinviata a giudizio.

Questa mattina la donna, che doveva rispondere delle accuse di furto e sostituzione di persona, è stata però assolta. Un verdetto che ha una spiegazione ben precisa: la Corte di Cassazione, con una sentenza del 1° settembre del 2011, ha infatti stabilito che “la condanna non potrà essere basata esclusivamente sulle dichiarazioni rese alla Polizia Giudiziaria dal teste che, successivamente, sia divenuto irreperibile”. Nel caso specifico l’anziano che aveva riconosciuto la finta assistente sociale nel frattempo è deceduto e, di conseguenza, non ha potuto testimoniare al processo per confermare quanto dichiarato al momento della querela. Di qui la decisione del giudice di assolvere l’imputata.