Rifiuti speciali anche per i piccoli artigiani, Cna sul piede di guerra: “Abbiamo vergogna”

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Liguria. Dal 3 marzo piccoli artigiani come calzolai, orafi, tipografi, estetiste, barbieri, tatuatori, verranno considerati alla stregua di grandi aziende produttrici di rifiuti “speciali”, e di tutte quelle imprese che si occupano della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi.

“È dal 2009 che la spada di Damocle del SISTRI pende sul capo di artigiani e piccole-medie imprese – denuncia Marco Merli, presidente di Cna Liguria – Ed è dal primo momento della sua attuazione per questi milioni di imprenditori già vessati da migliaia di imposte giuste ed ingiuste che CNA si è schierata contro questa procedura non solo assurda ma costosissima in termini di soldi e tempo/uomo per imparare a fronteggiarla”.

“Abbiamo organizzato a suo tempo una protesta invitando gli imprenditori di Pmi a restituire la chiavetta Usb necessaria per stampare e compilare i moduli – racconta Merli – Ciò nonostante, già 4 anni fa CNA ha adempiuto al suo dovere di associazione a sostegno degli imprenditori, ed ha organizzato corsi gratuiti per i suoi associati per affrontare la mole di pratiche necessarie. A un certo punto il SISTRI è stato sospeso, e noi abbiamo detto ai nostri associati ‘Abbiamo vinto con le nostre proteste, la procedura è stata sospesa! e per quanto riguarda il tempo che tutti abbiamo perso… abbiamo scherzato, non se ne fa nulla’. Ricordiamo che il carrozziere, la parrucchiera, spesso lavorano da soli, ed hanno rinunciato a giornate di lavoro per seguire i corsi e potersi mettere in regola”.

Adesso, entro il 1 marzo 2014 non soltanto il SISTRI verrà riapplicato, ma con procedure obbligatoriamente informatiche. Merli fa un esempio di cosa potrebbe accadere: “Fino ad oggi l’artigiano doveva tenere un registro cartaceo. Ora passando all’obbligatorietà del digitale, dovrà collegarsi al sito del SISTRI attraverso la chiavetta che ha dovuto comprare e pagare, aprire la scheda, inserire i dati, firmare i moduli e salvarli…un documento per ogni tipo di rifiuto”.

Una procedura da seguire obbligatoriamente, essendo la tracciabilità una questione penale. “È chiaro che auspichiamo la serietà di un procedimento del genere per un’impresa che produca ammoniaca, vernici, scarti di lavorazione di metalli pericolosi; ma qui parliamo della lametta di un barbiere, delle briciole di lavorazione di un orafo – accusa il presidente di Cna Liguria – In passato abbiamo avuto segnalazioni di trasportatori con problemi di funzionamento della chiavetta o della scatola nera inserita sul veicolo. C’è chi ha incontrato difficoltà di accesso alla piattaforma digitale o chi addirittura s’è trovato nella schermata di un’azienda concorrente in barba alla privacy. E noi come Cna abbiamo vergogna di rispondere a un barbiere che ha 5 lamette e chiede dove le deve portare per lo smaltimento”.

“Siamo tutti d’accordo che sia necessario tracciare i rifiuti che hanno inquinato cave, fondamenta di autostrade, territori interi, ma non si possono applicare gli stessi oneri di un’impresa con 100 dipendenti ad un acconciatore – conclude Merli – Noi Cna studieremo con i nostri legali se sia possibile appellarsi alle leggi nazionali esistenti per poter dire “Basta” non solo con la protesta, che già è in previsione con la manifestazione del 18 febbraio a Roma. Riteniamo che chiunque si presenti oggi per governare a qualsiasi livello debba mettere al centro la discontinuità, perché così come sono condotte le cose non va più bene a nessuno”.

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