Liguria. Manca davvero poco ormai alle primarie per la segreteria regionale del Partito Democratico. Tre i candidati in lizza: Alessio Cavarra, Stefano Gaggero e Giovanni Lunardon.
Anche l’anima savonese del partito lavora per preparare la macchina organizzativa per domenica. “Speriamo che vengano in molti ad esprimere la propria preferenza: le primarie sono uno strumento di democrazia – auspica il vice segretario provinciale del Pd, Fabio Musso – danno voce a tutti gli elettori, e non solo agli iscritti del partito”. Non si fa illusioni, Musso: “Senza la spinta nazionale sarà molto difficile raggiungere i numeri delle scorse primarie, noi speriamo comunque in una partecipazione il più ampia possibile”.
In provincia di Savona saranno 42 i seggi in cui gli elettori potranno recarsi ad esprimere la propria preferenza, che rimarranno aperti dalle 8 alle 20 grazie all’opera di circa 150 volontari. “La copertura di una intera giornata nel seggi è difficile, complicata e anche pesante – spiega Musso – ma nonostante sia la quarta ‘primaria’ in poco tempo i volontari rispondono sempre presente”.
Ad eccezione di Lorena Rambaudi, Nino Miceli e Fulvio Briano che hanno appoggiato pubblicamente Cavarra, buona parte degli esponenti politici del savonese si sono schierati a sostegno di Giovanni Lunardon. Decisivo, probabilmente, il suo passato di segretario proprio della sezione savonese: “Sicuramente la territorialità influisce, è innegabile che sia un valore aggiunto – ammette Musso – Ma credo che si debba esprimere il giudizio sui programmi e non sui profili personali dei candidati, che pure avranno un peso come è giusto che sia. I programmi sono diversi, ma tutti in linea con il Partito Democratico: ben venga la libertà di scelta di ogni elettore”.
Con tre candidati, e nessuno chiaramente in vantaggio, il rischio concreto è quello di non arrivare al fatidico 50%+1: a quel punto diventerebbero decisivi i voti dei delegati in assemblea regionale, anche quelli di Civati. “Non lo definirei un rischio – puntualizza Musso – è certamente uno scenario possibile, a quel punto sarebbe l’occasione per un secondo approfondimento su quale sia il programma migliore da proporre alla nostra regione”.
E al centrodestra che ha ironizzato sui social network sull’obolo di due euro richiesto ai votanti, Musso non le manda a dire: “I due euro sono una quota che si chiede perché ci sono da pagare le sale e una serie di costi che uno strumento di questo tipo si porta appresso per poter essere realizzato. Non avendo più il finanziamento pubblico a disposizione dei partiti questi soldi devono essere trovati chiedendoli alle persone a noi vicine. Non ironizzerei troppo: facciamo le primarie per sapere cosa pensa la nostra gente, non certo per i due euro”.