Pietra L. In origine l’operazione “Trash”, che stamattina ha portato agli arresti domiciliari due funzionari di Ata Spa, Mario Cena e Roberto Balbis, e del responsabile del settore servizi tecnici specializzati del Comune di Pietra Ligure Fabio Basso, aveva puntato la lente d’ingradimento sulla Aimeri Spa, la società che, dal 1995, senza sosta, attraverso proroghe della concessione, aveva gestito il servizio di smaltimento rifiuti per il Comune di Pietra Ligure fino all’estate 2103. In poco tempo però l’attenzione degli investigatori si era spostata su Ata Spa, che di lì a poco, si sarebbe aggiudicata la gara per gestione della raccolta differenziata. (nella foto due degli arrestati Fabio Basso e Vincenzo Trevisano nel giorno di consegna dei nuovi mezzi ATA in servizio nella città)
Aimeri, che non era in regola con gli obblighi previdenziali, di fatto, era infatti uscita di scena per l’impossibilità di partecipare al bando di assegnazione del servizio. In quel momento sarebbe entrato in gioco il meccanismo per far vincere, attraverso il condizionamento della gara, l’appalto ad Ata. Attori principali, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, sono: Fabio Basso, che in cambio dell’assunzione del figlio Luca (già dipendente Aimeri) in Ata aveva promesso di favorirla nella gara, Roberto Balbis, all’epoca ancora dipendente della Aimeri poi passato ad Ata, che sarebbe stato il “mediatore”, e Mario Cena, funzionario di Ata, che avrebbe invece svolto il ruole di “corruttore”. A margine dei protagonisti si sarebbero mossi gli altri indagati: Andrea Nencioni, responsabile del procedimento di assegnazione, e Vincenzo Trevisano, segretario comunale di Pietra Ligure.
Le indagini, supportate da numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di scoprire il meccanismo grazie al quale Ata ha vinto la gara. Un ruolo determinante nella vittoria è stato giocato dall’ampio margine di discrezionalità tecnica previsto dal bando, predisposto ad hoc per consentire alla commissione di assegnare i punteggi in maniera molto libera. Basti pensare che alla parte economica si assegnava un punteggio di 30/100, mentre a quella tecnica di 70/100. Il risultato fu che a Teknoservice S.r.l., l’unica rivale di Ata, era stato riconosciuto un punteggio “sproporzionatamente piu basso” rispetto a quello dell’avversaria che non aveva nemmeno raggiunto il limite minimo per accedere alla seconda fase della gara.
Una circostanza che sorprende anche Mario Cena che, in una conversazione del 5 aprile 2013 con Balbis, osserva: “pero’ è un po’ sporco che abbiano dato il massimo a noi..70 è un po’ troppo, dovevano darci 62..”. Balbis allora gli spiega che con quel punteggio non solo si voleva eliminare del tutto il peso dell’offerta economica ma anche scoraggiare eventuali ricorsi da parte dell’esclusa: “So che era 28 e 50 e poi hanno trovato tre punti da poter calare per evitare un doppio ricorso”.
Appurato che la gara è vinta ecco che si torna a parlare dell’assunzione di Luca Basso: il giovane incontra Balbis e con lui parla dei tempi previsti per l’assunzione: “Se parte Ata siamo a cavallo. Se ci sono dei ricorsi bisogna che parli con tuo padre”. Balbis poi rassicura il figlio di Basso spiegando che Cena gli ha sempre dato garanzie: “Loro mi hanno sempre detto che ‘se è una delle cose per arrivare a Pietra Ligure’ ci sta”.
Mentre la gara per Pietra è un affare ormai non più a rischio, Balbis, che sarebbe poi stato assunto da Ata (e che secondo l’accusa aveva anche redatto per Ata il progetto per la gestione dei rifiuti da presentare alla gara), si mostra sempre più disponibile ad aiutare l’azienda savonese anche in future gared’appalto bandite da altri comuni della provincia. In particolare, nella telefonata del 2 maggio 2013, si riferisce ad un bando di prossima pubblicazione da parte del Comune di Orco Feglino: “Vado e sponsorizzo?” dice Balbis a Cena che replica: “L’hai capito, siamo allargamento lì”. B: “Io..se tu mi dici prostituisci io mi prostituisco”. C: “Se il tuo culetto è gradito in giro vendilo, vendilo più che puoi”.
Andrea Nencioni, a pochi giorni dalla pubblicazione della gara, confidandosi con la mamma dimostra di sapere già che Basso avrebbe interferito con l’esito della stessa: “Fabio sta sempre più facendo le sue porcate, una cosa scandalosa”.
Dialoghi che lasciano spazio a pochi dubbi tanto che il gip nell’ordinanza evidenzia che “si registra con chiarezza l’accordo corruttivo a cui partecipano il Basso, che richiede fin dall’inizio l’assunzione del figlio, il Balbis come intermediario ed il Cena quale corruttore”. E ancora il giudice sottolinea che “dal tenore delle conversazioni emerge come non si sia trattato di una semplice ‘raccomandazione’ scorrettamente richiesta dal pubblico ufficiale, o di un favore reso dal privato al solo scopo di accattivarsi la simpatia del primo, ma di una precisa pattuizione condizionata alla vincita della gara e poi regolarmente adempiuta dopo la vincita”.
Infine, sempre le intercettazioni, avrebbero permesso di accertare che Fabio Basso in diverse occasioni (quelle contestate sono nove) lasciava gli uffici comunali, poco dopo aver timbrato in entrata, per incontri sentimentali. In quasi tutti gli episodi contestati il dipendente del comune avrebbe anche usato l’auto di proprietà dell’amministrazione, un Suzuki “Jimny”. Di qui la decisione di contestargli anche l’accusa di truffa ai danni dello Stato.