Altre news

Consiglio comunale sul gioco d’azzardo a Savona, Pongiglione: “Intollerabile la responsabilità dello Stato”

poker - gioco online - casino - azzardo - scommesse

Savona. Il consiglio comunale di lunedì, interamente dedicato al tema del gioco d’azzardo, è stato il secondo segmento di un percorso iniziato con il convegno del 24 gennaio sullo stesso tema. Durante la discussione è intervenuta anche Daniela Pongiglione, la consigliera di Noi per Savona – Verdi che ha presentato l’ordine del giorno.

“I dati relativi al gioco d’azzardo a livello nazionale e a quello locale sono già stati forniti e sono estremamente eloquenti – ha detto Pongiglione – A volte, quando si leggono queste cifre impressionanti, che documentano la diffusione lenta, strisciante, ma costantemente in aumento, delle video lottery e di tutte le macchinette elettroniche, ho la certezza che qualcuno che ascolta tali dati ne gioisca, come succedeva nella notte del terremoto all’Aquila ai costruttori che se la ridevano pensando al loro guadagno”.

“Anche qui, davanti a questi numeri (nella Provincia di Savona nel 2012 erano 736 i locali che complessivamente le ospitano: 141 a SV, 37 ad Alassio, 85 ad Albenga, 38 a Loano, 29 a Finale, 28 a Borghetto, 40 a Pietra ligure, 39 a Vado ligure, 31 a Varazze, ecc) c’è un mondo diviso in due: da una parte cittadini e famiglie che si trovano in rovina (economica e psicologica) e dall’altra un mondo opaco che incamera miliardi. Si tratta di un fiume di denaro – ha continuato – Il Conagga (coordinamento nazionale delle Associazioni che si occupano di gioco d’azzardo) ha rilevato che in Italia la spesa per questo settore è passata dai 14,3 miliardi di euro del 2000 ai 79,9 miliardi di euro del 2011, ai 94 miliardi di euro del 2012 (quest’ultima cifra è una proiezione). In Liguria nel 2012 sono stati spesi 2 miliardi e mezzo di euro, 300 milioni di più del 2011. Quei due miliardi e mezzo che i liguri gettano nel gioco sono potere d’acquisto che svanisce”.

“Vorrei che questo elemento fosse chiaro: buttare nel gioco cifre anche ingentissime (non ho i dati di Savona città, ma in Liguria la spesa pro capite è di €1700, in Abruzzo di € 1900 e a Pavia di 2100 €) significa la rovina non solo delle famiglie direttamente coinvolte, ma la rovina economica anche della comunità cittadina, in cui viene a mancare un capitale rilevante che non circola più nell’economia sana e danneggia tutti, in primis i commercianti. Per cui abbiamo il paradosso che il commercio cittadino, accettando di ospitare slot machines e altri giochi, da un lato lucra sulla disgrazia della azzardopatia, e dall’altro subisce un forte danno dal crollo dei consumi. Si calcola che se gli Italiani quei quasi 100 miliardi di euro (che buttano nel gioco) li spendessero in generi di consumo, lo Stato incasserebbe di IVA più di tre miliardi”.

“Lo sa bene chi gestisce l’azzardo – ha spiegato Pongiglione – sono le fasce deboli quelle più facili da irretire cioè i pensionati, i disoccupati, le casalinghe, i giovani. Intorno al gioco assistiamo ad atteggiamenti equivoci: sono tutti contrari, ma poi non si capisce bene fino a che punto, ed è sintomatica oggi qui al nostro Consiglio dedicato al gioco d’azzardo l’assenza di importanti Istituzioni. E’ urgente, urgentissimo cambiare rotta. E’ ora che la nostra società effettui una profonda revisione della propria dimensione civile, economica ed etica, ma tocca soprattutto allo Stato cambiare la politica relativa al settore del gioco d’azzardo”.

“Di fronte allo strapotere delle concessionarie e delle lobbies, di fronte alle pesanti infiltrazioni della malavita organizzata, abbiamo solo la forte opposizione dei Cittadini, la loro, la nostra indignazione. C’è infatti un elemento fondamentale che non si riesce più a tollerare ed è la diretta responsabilità dello Stato in tutto questo. L’intervento sul gioco da parte del Ministero delle Finanze viene presentato come necessario per il Bilancio dello Stato, nonostante sia dimostrato che di tutto il fiume di denaro, alle casse centrali arrivano 8 miliardi di euro. E inoltre la ludopatia e altri interventi costano allo Stato 6 miliardi. E allora vale la pena distruggere le vite di tanti Italiani per incassare alla fine 2 miliardi?”.

Che cosa possiamo mai fare per difenderci noi singoli cittadini, noi famiglie? – chiede infine Pongiglione – Che cosa può mai fare l’Amministrazione comunale? Il Comune già dal 2011 ha cominciato a mettere dei paletti a questa espansione così pericolosa e si è dato un Regolamento che però, come si è già detto oggi, non può regolare tutte le strutture, ha competenza solo sulle Sale da gioco. Tutto il resto (in particolare le Video Lottery e le slot machines) è di competenza della Questura, cioè dello Stato. Ma anche a livello locale, ci potrà essere un intervento efficace solo se dal livello centrale verranno approntati e forniti strumenti rigorosi e credibili”.