Alassio. Si chiama bar “No problem”. Un nome che, stavolta, non è stato di buon auspicio visto che la titolare del locale di via Leonardo da Vinci ad Alassio, S.D., questa mattina è stata condannata al pagamento di un’ammenda di 250 euro per “disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone”.
L’accusa faceva riferimento ad alcuni episodi dell’agosto 2010, quando alcuni condomini residenti sopra uno dei punti di ritrovo della movida alassina avevano presentato una denuncia. In particolare secondo i cittadini dal locale proveniva troppo rumore provocato da schiamazzi e volume della musica troppo alto.
Non è la prima volta che il nome del “No problem” di via Leonardo Da Vinci finisce al centro di una notizia di cronaca: nel settembre del 2011 infatti la figlia della titolare aveva subito un tentativo di stupro da un cittadino marocchino ubriaco, che per quella vicenda ha poi patteggiato tre anni di reclusione. Il giorno successivo all’aggressione sulla vetrina del bar era comparso un cartello che “invitava” i nordadricani a restare fuori: una scelta che aveva sollevato anche numerose polemiche sul tema sicurezza e sul razzismo.