Cronaca

Video poker e slot: Liguria e Genova i luoghi con meno sale gioco

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Se inizialmente era solo la trasmissione “Le Iene” a parlare del dilagare delle sale slot e video poker in Italia, in questi giorni anche il New York Times ha dedicato un intero articolo al problema del gioco d’azzardo nel nostro paese. Raccontandolo soprattutto dal punto di vista di quella che può essere considerata la capitale italiana del gioco, vale a dire Pavia.

Già da qualche anno la cittadina lombarda, famosa in particolare per la storia e la sua Università, è al primo posto delle classifiche italiane per la quota di denaro spesa pro capite per i giochi: ben 1634 euro, nonostante nella città non sia presente un casinò che giustifichi tale cifra. Vi si trova tuttavia una sorta di casinò diffuso, capillare, dovuto ad una particolare concentrazione di slot e video poker: queste si possono trovare ormai un po’ ovunque, tanto che nella cittadina lombarda abbiamo una slot ogni 104 abitanti: anche questo, purtroppo, è un record che appartiene a Pavia.

Sembra quindi che la concentrazione di questi apparecchi sia direttamente proporzionale alla spesa pro capite, mentre è sicuramente dimostrato il rapporto tra diffusione di sale slot (quindi di locali, non solo di apparecchi) con la percentuale di giovani giocatori problematici o a rischio ludopatie. In Calabria, dove la concentrazione delle sale slot è più elevata (circa 30 ogni 100mila abitanti) c’è la più alta incidenza in Italia di giovani giocatori problematici: 4,7%.

Sotto questo aspetto, la Liguria è invece la regione italiana più virtuosa, in primo luogo sulla concentrazione di sale gioco: 6,8 ogni 100mila abitanti, grazie anche alle norme restrittive in materia imposte da comuni come quello di Genova. Questo ha fatto sì che anche l’incidenza di giovani giocatori problematici o a rischio ludopatie sia relativamente bassa, pari cioè al 2,5%.

Comuni come quello di Genova o altri enti locali in altre parti d’Italia hanno insomma posto regole sulla possibilità di aprire sale slot, stabilendo precise distanze e caratteristiche che debbano avere i locali. Tuttavia in materia di gioco è lo stato che deve legiferare, per cui si aspetta in questo senso che siano promulgate leggi che rendano tracciabili le giocate ed identificati i giocatori, esattamente come avviene per gli operatori di poker online autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM).

In questi siti si possono fare infatti pagamenti solo in formato digitale, tracciati e con identità dei giocatori trasmessa all’ADM. E non è un caso forse che nel 2013 il poker online stia attraversando un momento di crisi: il poker online segue quindi gli andamenti di un mercato regolare, non certamente gonfiato e diffuso come quello delle sale slot.

Quello che emerge anche dall’articolo del New York Times, infatti, è che non c’è più ormai uno spazio fisico separato per la vita reale ed il gioco ed è forse per questo che le norme applicate in Liguria hanno permesso di ridurre il numero di giovani giocatori a rischio ludopatie.

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