Cronaca

I Senza Lavoro incatenati davanti al Centro per l’Impiego di Savona: “Basta discriminazioni, ricreare gli uffici di collocamento”

Savona. Le catene più strette sono quelle invisibili, quelle con cui la crisi tiene agganciati giovani e meno giovani: i primi senza una prospettiva futura, i secondi con la terribile frustrazione di non poter più mantenere la propria famiglia e di vedersi sorpassare da “forze fresche”, e magari pure sottopagate.

Non erano in molti, oggi, a protestare sotto il Centro per l’Impiego di Savona chiedendo un lavoro e una prospettiva del domani, ma alle loro urla possono unirsi quelle dei tanti, troppi disoccupati del Savonese, e non solo. Una manifestazione di disagio pacifica, ma allo stesso tempo forte, con due dei presenti che si sono incatenati perché vogliono, pretendono risposte.

“La pazienza è finita, così come sono finite le sicurezze e i sogni, la famiglia. Perché, soprattutto quando si sono superati i 50 anni, senza lavoro non si va da nessuna parte. E qui, purtroppo, non c’è nessuno che ci dia una risposta” dice Giampiero.

A fargli eco un “collega”: “Oggi siamo in catene noi e domani lo sarà qualcun altro disperato. Chiediamo solo di essere ricollocati senza più trovare muri di gomma come questo centro per l’impiego. Lavoro ce ne sarebbe perché, ad esempio, abbiamo un territorio bellissimo devastato da frane, boschi da pulire però la spending impedisce di fare questi lavori. Il lavoro va creato”. “Dicono che non c’è lavoro, e poi ci sono comuni senza un elettricista. E’ incredibile”, obietta un’altra manifestante.

In prima linea c’è Maurizio Loschi, ex operario della Vetrotex e portavoce dell’Unione Senza Lavoro: “Il centro per l’impiego esiste e ha una sua funzione, ma purtroppo non è più quella che eravamo abituati a pensare, cioè a un ufficio di collocamento. La mia generazione ha conosciuto uffici di collocamento dove effettivamente, attraverso una graduatoria e una serie di caratteristiche, prima o poi qualcuno veniva chiamato. C’era una lista attraverso le quale le aziende erano in parte obbligate a passare. Oggi invece le agenzie per l’impiego fanno conoscere al lavoratore eventuali opportunità ma la selezione è solo a discrezione del datore di lavoro, per cui possono intervenire fattori esterni, come anche conoscenze, raccomandazioni, spintarelle o disponibilità a violare le norme contrattuali. Questo crea forti discriminazioni. Noi vogliamo che l’agenzia per impiego recuperi queste funzioni e che i lavori siano attribuiti in maniera imparziale per evitare guerra tra poveri”.

Questa mattina vi era anche Anna Antolini, dirigente della Provincia di Savona, che ha espresso solidarietà: “Le situazioni son molteplici. Abbiamo persone molto qualificate che non riescono a ricollocarsi, così come persone senza competenze che rifiutano la formazione. Comunque io sono già ‘incatenata’ con loro… Queste persone sono una minima parte di ciò che è il sistema dei giovani e meno giovani occupati e disoccupati. L’unica differenza tra me e loro è che per mia fortuna ho un’età che mi consentirà di andare in pensione tra poco”.