Albenga. Il trasferimento da Albenga a Verona di tutta la parte produttiva Fruttital (azienda del gruppo Orsero) avverrà in tempi rapidi. A farlo sapere è il management dell’azienda, che tiene comunque a ricordare che il cuore amministrativo resterà in terra ingauna.
La Piana sarebbe una zona troppo decentrata per la logistica e per il settore in cui opera quasta realtà (ossia quello ortofrutticolo); di qui la decisione di emigrare in Veneto. A Verona, infatti, vi è già una sede storica di Fruttital, attiva dagli anni ’70 come centro di lavorazione degli agrumi, e che ora diventerà il polo “operoso” dell’azienda.
“Una città – fanno sapere dalla direzione aziendale – che si trova lungo una direttrice strategica verso il Nord europeo ed è vicina a porti importanti. Il trasferimento è già in essere, poiché una deviazione dei traffici in terra ingauna non è già più conveniente”.
“Siamo ottimisti circa il progetto di riqualificazione dei magazzini di Albenga in cui potranno trovare lavoro un centinaio di persone, tra cui i nostri dipendenti. E’ un piano ambizioso ma è già in una fase molto interessante – dicono ancora i vertici aziendali – Per altre tipologie di merci, Albenga resta certamente un centro importante, ma per il nostro mercato erano necessarie scelte diverse e che dessero più opportunità. E così abbiamo fatto”.
L’arrivo di un centro commerciale con una dozzina di negozi è stato accolto ieri dai lavoratori con un pacato ottimismo. A comunicare loro il piano industriale è stato Luca Marcesini della Rsu Fruttital. La speranza, per i 59 in esubero, è di essere ricollocati qui, almeno in parte. “Il trasferimento a Verona non è certo visto con positività, ma la possibilità, anche per chi non è più giovanissimo, di poter avere una chance all’interno del nuovo progetto, è visto da molti come uno spiraglio in un momento in cui trovare lavoro, soprattutto per chi ha una certa età e una certa esperienza, è una missione quasi impossibile” dice Marcesini.
Ora si dovrà agire affinché venga assicurata ai lavoratori la cassa integrazione di almeno un anno per arrivare fino alla data di apertura del nuovo centro commerciale, e premere sul Ministero affinché venga riportata nero su bianco la decisione di ricollocare qui una parte dei “59”.