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Elezioni Albenga, schieramenti in trincea. Andreis (Pd): “Primarie solo se con pochi nomi”, e poi “invoca” la Guarnieri

albenga comune

Albenga. I nostri “vecchi” la definivano in dialetto “Arbènga a nescia”; oggi potremmo ribattezzarla “Albenga la confusa”. Sì, perché le elezioni amministrative che si intravedono all’orizzonte sembrano far affogare nei dubbi e nelle incertezze il centro destra così come il centro sinistra.

Un attendismo e tanti “no comment” che hanno certamente una valenza strategica da parte di chi non vuole esporsi prima dell’avversario, ma che a parte della città danno la sensazione che i due schieramenti non abbiano le idee chiare né nomi davvero forti da proporre. E così le cronache si riempiono di “si dice” e di volti di possibili candidati sindaco senza che arrivino conferme o secche smentite.

Da una parte c’è il Pd e il dilemma “primarie sì, primarie no”. A sciogliere i dubbi (ma non troppo) arrivano le parole del segretario cittadino, Alessandro Andreis, che, in qualità di politico in trincea, dice e non dice: “Le primarie sono uno strumento utile, purché non siano dilanianti”. Il che, tradotto, significa: va bene scegliere il candidato sindaco tramite questo strumento purché non vi siano mille facce a testimoniare una divisione interna, che non porterebbe nulla di buono.

“Le primarie devono unire, non dividere, e l’eventuale risultato sarà su una persona gradita a tutto lo schieramento – chiarisce Andreis – Non vogliamo certo un numero indefinibile di candidati, ma pochi nomi, chiari e credibili. Comunque per me non è una condizione imprescindibile, decideremo a fine mese se organizzarle o no”. Perché, a quanto pare, sarà a fine mese che il Pd potrà esprimere la propria scelta. Nel corso della prossima settimana si terrà un incontro per definire tempistiche e metodi da adottare, e poi il tragitto proseguirà verso l’individuazione di un nome. “Un nome forte e capace di restituire fiducia ai cittadini” assicura il segretario ingauno del Pd.

A proposito degli avversari politici, invece, Andreis è più netto: “Mi aspetto che Rosy Guarnieri si presenti nuovamente come sindaco: in caso contrario, sarebbe un’ammissione di colpa. Visto che per anni la responsabilità delle cose non fatte o fatte male è sempre stata degli altri, non può che metterci nuovamente la faccia, dal momento che è convinta di essere stata un ottimo primo cittadino”.

Eppure presentarsi uniti sembrerebbe la condizione indispensabile per vincere. Dalle fila del centro destra un nome che rimbalza in città è certamente quello di Roberto Schneck, ex vice di Guarnieri e ora assessore provinciale. Una soluzione che a molti sembrerebbe “naturale”, ma su cui il diretto interessato tace.