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Calcio, 100 anni di Vado: i Tosques, di padre in figlio col rossoblù nel sangue

Tosques

Vado L. Cento anni di vita nascondono anedotti e storie tutte da raccontare. E nei 100 anni che il Vado calcio ha festeggiato la scorsa settimane ce ne sono tante.

In 100 anni ci sono stati anche casi di padri e figli che hanno potuto indossare, in periodi diversi, la stessa gloriosa maglia del Vado Fc.

Non siamo ai livelli dei Maldini ma anche nella società rossoblù ci sono state piccole “dinastie”.

Due di queste storie, per di più, si intrecciano.

Parliamo di quelle dei Tosques e dei Grippo.

I padri compagni di squadra hanno visto, qualche anno dopo, i loro eredi giocare insieme sotto le insegne del Vado.

Abbiamo intervistato Michele Tosques che ci ha dato la sua testimonianza raccontando i propri ricordi, quelli del padre e qualche anedotto.

“Mio padre giocava terzino destro come me. Ha cominciato all’età di 13 anni con Romualdo Chittolina come allenatore.

Fu Ansaldo a portarlo in prima squadra con l’esordio che avvenne con l’Ovada nel campionato di Promozione e fu quella l’unica presenza di quella stagione.

Io, invece, ho giocato nel Vado nel 2010 vincendo il campionato e risultando il giocatore con più presenze, ben 28, con la gioia anche di due reti.

Tra me e mio padre ci sono molte similitudini. Entrambi giocavamo con la maglia numero 2, entrambi abbiamo giocato con i Grippo e, soprattutto, entrambi abbiamo un ottimo ricordo dei nostri mister avuti a Vado.

Mio papà di Chittolina che lo ha lanciato nel mondo del pallone; io di Maurizio Podestà che ha fatto la stessa cosa con me: mi ha “pescato” in un torneo estivo e mi ha portato a Varazze.

Anche per quanto riguarda la dirigenza abbiamo un ottimo ricordo con l’ambiente Vado.

Mio padre ricorda con piacere Motta, Fava e il presidente Ciarlo; per quanto mi riguarda, ricordo volentieri Tonino Grippo, Aranio, il presidente Porcile e il dott. Pozzi che giovava con mio padre.

Un aneddoto? Beh, quando vincemmo il campionato, Motta e Timpanaro mi promisero che, in caso di promozione mi avrebbero tagliato i capelli.

Quando fu il momento, Piovesan, Motta, Timpanaro e Cilione, sotto la tribuna mi tagliarono il codino. Finita così? Nemmeno per sogno perchè negli spogliatoi Polito e Grabinsky mi bloccarono e Cesar mi tagliò i capelli cortissimi che nemmeno la mia famiglia all’uscita mi riconobbe”.