Albenga. Mercoledì sera, presso l’Oratorio di San Fedele, si è tenuto un incontro organizzato dal Comitato Territoriale per discutere di forno crematorio (nell’occasione è proseguita la raccolta firme per il no), Puc e problemi della frazione ingauna.
Nel crose della serata, con una cinquantina di presenti, sono stati toccati diversi temi, a partire dal PUC. “Abbiamo sottolineato l’incongruità nelle aree del centro storico e ancora una volta, l’invasione, anche nella frazione di San Fedele, degli ampliamenti urbani a scapito di quelli agricoli – dicono dal comitato – Allargando l’orizzonte oltre i confini della frazione, nella riunione è stata evidenziata la necessità di un collegamento tra i comuni di Albenga Villanova e Ortovero con il ponte tra Lusignano e Bastia, arteria prioritaria per lo sviluppo del territorio della sponda destra del Centa con l’Aurelia Bis e l’Autostrada, arrivando alla pista ciclabile con una potenzialità che avrebbe, oltre a un senso naturalistico, anche una rilevanza di carattere sociale e turistica, con un tracciato di ben 15 Km collocato in aderenza alle sponde del Centa, del Neva e dell’Arroscia”.
“Hanno partecipato a questo momento di ascolto persone con spirito costruttivo che condividevano con noi perplessità e dubbi su alcune decisioni che gli amministratori vorrebbero prendere con troppa leggerezza e sottolineiamo fretta – proseguono dal comitato – Il PUC è in ballo dal 2008 e alla collettività è già costato più di 400.000€, molte cose sono cambiate in questi anni dal suo iniziale concepimento ad oggi, si è passati da un timido aumento demografico nei primi anni a un tracollo dei residenti a causa anche di questa crisi economica che sta falcidiando molte aziende, come si vede dalle serrande abbassate in giro per la Piana”.
“In questi anni, però, tante costruzioni sono state realizzate, molte sono pronte o quasi e i proprietari non le ultimano probabilmente per evitare di pagare delle tasse che per loro sarebbero insostenibili – dicono ancora gli organizzatori dell’incontro – Immobili che se inseriti nel mercato creerebbero un effetto domino sul deprezzamento degli alloggi, già oggi non più appetibili. La nostra richiesta è paradossalmente imbarazzante: nessuno ha mai pensato di fare un reale censimento del cemento già presente sul nostro territorio? A nostro avviso non è più necessario continuare a costruire in questo modo così affannoso, deturpando e mortificando il territorio della Piana”.
“Le notizie che arrivano da altre regioni dovrebbero far riflettere , il rispetto del suolo diventa una priorità primaria anche nella nostra Piana. Nella nostra riunione abbiamo sentito la mancanza dell’amministrazione nella persona dell’assessore alla Protezione Civile che risiede proprio in San Fedele e che avrebbe potuto dare il suo contributo alla stupenda serata che abbiamo strascorso proprio nella Frazione. Tornando al Piano Urbanistico Comunale si sente la necessità che questo si confronti con la pianificazione territoriale dei comuni limitrofi, sul modello federale alla tedesca, e non si fossilizzi su una visione localistica al solo comune albenganese con un modello che sembra più medioevale e feudale che proiettato verso le sfide che il futuro ci sta preparando” conclude il comitato.