Albenga. Trenta minuti appena. Tanto è durata la tregua tra la giunta ingauna e il comitato territoriale che si oppone alla realizzazione del forno crematorio nella Piana albenganese. Che si trattasse di una temporanea pace “armata” era ormai noto, ma che alla prima frecciata i sostenitori del “no” alzassero gli scudi battendo in ritirata senza guardarsi troppo indietro non era poi così prevedibile.
E’ stato un confronto caldo quello che ieri sera ha animato la primissima parte dell’incontro organizzato dal sindaco Rosy Guarnieri e dai “suoi” a Leca d’Albenga, e che avrebbe dovuto chiarire le idee sui “progetti cimiteriali” che questa giunta vorrebbe portare avanti. A mettere la croce sopra ai tentativi di dialogo è stato l’intervento del pubblico nel corso della relazione dell’assessore Bruno Robello De Filippis sul piano regolatore cimiteriale, relazione ritenuta da alcuni presenti ripetitiva e poco soddisfacente, e che ha portato qualcuno ad alzarsi in piedi e a fare le proprie obiezioni.
“E basta – esordisce il professor Secco dalla platea – Assessore, ha ripetuto cento volte lo stesso concetto: abbiamo capito! O crede che siamo duri di comprendonio oppure lei non ha proprio il dono della sintesi”. Tranciante e sarcastica la risposta di Robello: “Mi sa che è la prima”. E ancora: “Signor Secco, in questi mesi ho registrato problemi di comprendonio da parte del comitato, per cui mi deve lasciare il tempo di spiegare”. Di qui il putiferio. Una ventina di persone si alza per protesta: “Un amministratore pubblico non può permettersi di dare dei cretini ai cittadini!” si indigna Davide Milani, del comitato del no, prima di precipitarsi verso l’uscita insieme a una quindicina di persone dai volti sempre più scuri.
A questo punto l’assessore li segue fuori dalla sala della Banca d’Alba, dove si è tenuto l’incontro. “Io non vi ho insultati. Ho solo detto che non avete capito” prosegue l’esponente della giunta Guarnieri, tentando di convincere il gruppo a rientrare, ma invano. Dentro, il sindaco Guarnieri si limita a commentare: “Si vede che aspettavano solo una scusa buona per andarsene e per non starci a sentire. Sono mesi che subiamo accuse infondate, come quella di essere mossi da chissà quali interessi: Robello può aver usato un’espressione colorita, ma la reazione è esagerata”.
Tutto inutile: il gruppo non rientra. “E’ un comportamento indegno da parte di un amministratore pubblico, noi non rientriamo a farci nuovamente insultare” dicono gli esponenti del comitato furioso che lasciano dietro di sé sedie vuote e domande mai poste su un progetto, quello del forno crematorio, cui non credono. “Noi abbiamo eletto questa giunta affinché ci tutelasse e ascoltasse, e non per farci trattare così – dice un cittadino di Leca, Natalino Salvatico – Sono esterefatto. Davanti a un insulto del suo assessore, ci saremmo aspettati che il sindaco, invece di difenderlo, si scusasse con noi. In quel caso saremmo forse rimasti. Ma così non è stato. Questo non è rispetto. Non possiamo aprire bocca che veniamo subito offesi. Così non va”.
A fine serata Bruno Robello De Filippis torna sul tema: “Con un pretesto, una sparuta minoranza del comitato capitanata dal signor Milani ha preferito scappare invece di imparare finalmente qualcosa su un piano al quale si oppongono senza avere informazioni corrette. Andare avanti a colpi di slogan e basta non è un comportamento molto convincente ma contenti loro… Per foruna la maggioranza delle persone è rimasta per dialogare, discutere e apprendere dati veri sul forno crematorio”.
A fine incontro, la sensazione che si ha è che, tra battute non troppo felici e, forse, un’eccessiva suscettibilità, si sia persa un’occasione di confronto. “Aver abbandonato la sala, per protesta, all’inizio della serata, dopo appena l’introduzione dell’argomento, rinunciando ad un’occasione unica per ascoltare, confrontarsi e ribattere con argomenti convincenti è stata una dimostrazione di profonda ignoranza e notevole arroganza da meritare, fossimo a scuola, un secco giudizio di grave insufficienza – è il commento dell’assessore Eraldo Ciangherotti, presente alla riunione – Mi auguro questo non sia l’insegnamento di vita che i nostri ragazzi ricevono, come lezioni, dagli adulti a scuola, nella società, nel tran tran di tutti i giorni”.









