Cronaca

Il Tar dà ragione alla Scavo-Ter: annullata la revoca degli appalti con la Provincia

Scavoter Fotia

Savona. Revoca annullata: tornano alla Scavo-Ter gli appalti che l’azienda si era aggiudicata in Provincia. A deciderlo è stato il pronunciamento del Tar che il 13 novembre scorso ha pronunciato la sentenza sul nuovo ricorso presentato dalla Scavo-Ter. L’azienda della famiglia Fotia chiedeva l’annullamento dell’atto dirigenziale della Provincia con cui, sulla base dell’annotazione “positiva” sul certificato antimafia arrivata dalla Prefettura di Savona,venivano revocati tutti i loro appalti.

Un ricorso che il Tribunale Amministrativo, ribaltando i precedenti pronunciamenti sfavorevoli ai Fotia, ha invece accolto dando ragione alla Scavo-Ter. L’azienda savonese (assistita dagli avvocati Lorenzo e Giovanni Acquarone e Franco Rusca) adesso si vedrà quindi riassegnare gli appalti, tra cui quello per legato alla pulizia delle strade durante le nevicate, che gli erano stati revocati da Palazzo Nervi.

I giudici genovesi hanno motivato la loro decisione attraverso 14 pagine che analizzano lo sviluppo dell’intricata battaglia giudiziaria: un susseguirsi di ricorsi e contro ricorsi sull’informazione antoimafia, con i quali si erano intrecciati pronunciamenti del tribunale di Savona (che aveva rigettato una richiesta della Dia di misura di prevenzione patrimoniale per l’azienda), ma anche la misura di sorveglianza speciale per Pietro Fotia poi revocata dalla Corte di Appello di Genova.

Una serie di battaglie legali che è culminata con questo nuovo pronunciamento favore della Scavo-Ter così motivato nella sentenza del Tar: “Attesa l’identità delle delle circostanze accusatorie esaminate nei procedimenti di prevenzione e degli elementi considerati dall’istruttoria antimafia, il presente giudizio, pur tenendo conto della diversa natura e ratio delle miure in discussione, non può prescindere dai risultati favorevoli alla posizione dell’impresa cui è approdato il giudice ordinario. Tanto più che, essedo sopravvenuti fattori dissonanti nel corso del precedente giudizio amministrativo, l’amministrazione era stata sollecitata, con una pronuncia in funzione sostanzialmente propulsiva, ad approfondimenti istruttori che, tuttavia, non hanno determinato né una ponderazione più attenta del quadro indiziario a disposizione né l’emegenza di nuove circostanze aventi obiettiva valenza antimafia”.