Cronaca

Dieci anni fa la strage di Nassiriya e Finale ricorda Daniele Ghione, i genitori: “Nessuno ha dimenticato”

Finale L. Il vento non spazza via il ricordo della strage di Nassiriya e del maresciallo capo Daniele Ghione. Questa mattina infatti, nella decima ricorrenza di quel tragico giorno, Finale Ligure ha ricordato tutte le vittime dell’attentato avvenuto nella base italiana in Iraq dei Carabinieri ed in particolare il loro concittadino.

Alle dieci, alla presenza dei genitori di Daniele, Oriella e Sergio, delle autorità cittadine e locali e di tanti finalesi, la città si è riunita davanti al monumento nei giardini che portano proprio il nome del militare caduto per deporre una corona di fiori. “Sono passati dieci anni, ma sembra ieri” spiegano commossi la mamma ed il papà di Daniele.

“Ogni anno che passa riviviamo le stesse identiche emozioni: è come se fosse partito ieri e siamo qui ad aspettarlo oggi” spiega la signora Oriella che aggiunge: “E’ impossibile descrivere Daniele in due parole: era un ragazzo meraviglioso e lo sarà per sempre. Finale ci è sempre stata vicina e non ha mai dimenticato. Non abbiamo paura che Nassiriya sia dimenticata: anche stamattina guardando i telegiornali l’ho vista come prima notizia. Non credo quindi si perda il ricordo”.

“Cosa direi a chi va in missione in territori di guerra oggi? Posso solo dire che loro lo sentono dentro, come Daniele, quindi vanno. Io da madre direi di non farlo, ma loro lo sentono” spiega la signora Oriella. A questo punto interviene il papà di Daniele, Sergio, che aggiunge: “D’altronde la libertà è anche quella di fare ciò che uno sente”.

Commosso anche il ricordo del sindaco di Finale Ligure Flaminio Richeri che, insieme alla sezione finalese dell’Associazione Nazionale Carabinieri, ha promosso la cerimonia: “Daniele era uno dei nostri, la sua famiglia è sempre stata radicata a Finale ed il padre ha servito l’Arma qui. I finalesi sentono fortemente il valore di questa giornata. Oggi leggerò anche un messaggio caloroso del Capo di Stato maggiore della difesa che non è riuscito ad essere presente, ma ci teneva molto”.

“E’ doveroso ricordare chi ha perso la vita compiendo il proprio dovere per servire lo Stato lontano da casa. Sarebbe bene che ogni tanto ci fermassimo a pensare a chi oggi indossa la divisa e rischia la vita per stipendi miseri. Non dobbiamo pensare a loro solo quando tornano a casa da eroi, ma ogni giorno” sono state le parole del presidente della Provincia Angelo Vaccarezza.