India. “Tommy è un toro. Vive in un posto assurdo, in una situazione incredibile, e sorride come quando era bambino. Vi abbraccia tutti. Ma adesso basta con questa storia. Andiamo a casa”. Adriano è uno dei tanti amici che, in queste ore, affida il suo incitamento a Facebook a sostegno del ragazzo ingauno rinchiuso nel carcere di Varanasi, insieme all’amica torinese Elisabetta Boncompagni, con l’accusa (e, sulle spalle, due sentenze di ergastolo) di aver ucciso il proprio compagno di viaggio Francesco Montis durante un soggiorno in India.
Domani prenderà il via il terzo grado di giudizio per i due italiani in carcere da oltre tre anni e mezzo. Fra poco più di due settimane la Corte Suprema indiana valuterà il ricorso del legale Mukul Rohatgi che ha chiesto l’annullamento della sentenza di ergastolo emessa nei confronti dei due italiani in primo e secondo grado.
I giudici indiani della Suprema Corte avevano già espresso giudizio favorevole sull’ammissibilità del ricorso ed ora da Albenga, da Torino e dall’Italia si spera che la Cassazione indiana possa finalmente dare ragione alla difesa di Tomaso ed Elisabetta, con la speranza che i tempi previsti per arrivare ad una sentenza siano più brevi possibili, magari già dopo un paio di udienze.
Mamma Marina è già a Varanasi, al fianco del figlio Tomaso e dell’amica Elisabetta, mentre il padre, Luigi Euro Bruno, giungerà in queste ore a Delhi per seguire da vicino il processo. L’iter giudiziario di cui sono stati protagonisti fino a questo momento i due ragazzi è stato caratterizzato da intoppi burocratici, autopsie discutibili, e sentenze basate su prove considerate da molti incerte. Ora si vedrà se il terzo grado riuscirà a ribaltare la situazione.
“Aspettando il 3 settembre mille pensieri passano nella mente, sale l’ansia e tutto sembra ancora più difficile, ma una cosa è certa tornerai a casa in qualche modo, anche dovesse essere per ‘la porta di servizio’ come la chiamiamo noi, tornerai a vivere” scriveva qualche giorno fa Mamma Marina, facendo riferimento alla possibilità che, nella peggiore delle ipotesi, grazie a un accordo tra India e Italia sullo scambio dei detenuti, Tomaso possa tornare nel suo Paese, anche se non come uomo libero.