Savona, serali: saltano le classi terza e quarta. Gli studenti scrivono alla Procura: “Almeno lo studio non ci venga negato”

procura savona

Savona. Per l’anno scolastico 2013/14 non sono state concesse le classi terza e quarta alle scuole costituenti la rete di corsi serali degli istituti Alberti, Boselli e Ferraris di Savona, nonostante le scuole abbiano formalizzato la rete ed un progetto per il mantenimento degli stessi corsi. La notizia si è rapidamente diffusa e tra gli studenti è cresciuta in breve tempo la preoccupazione.

Un gruppo di studenti lavoratori iscritti alle classi terze e quarte della rete di corsi serali degli istituti savonesi ha così deciso di scrivere con urgenza alla Procura della Repubblica di Savona, con la speranza di un intervento della stessa nella questione. Molti di essi, rimasti senza lavoro, hanno bisogno di “reinventare” una nuova professione e per questo motivo seguono i corsi.

“Frequentiamo con profitto ed una forte motivazione, dovuta da un lato alla nostra curiosità e voglia di apprendere e dell’altro alla capacità che hanno avuto i nostri insegnanti di saperci porgere le nozioni collegate alle loro discipline accrescendo in noi la voglia di conoscere – scrivono gli studenti -. Frequentiamo dalla classe prima il corso serale ed abbiamo la necessità di conseguire il diploma di geometra, ragioniere, perito industriale, professionale aziendale, per ovvi motivi professionali”.

“Siamo consapevoli della necessità di risparmiare risorse collegata alla situazione di crisi che stiamo attraversando – dichiarano -, ma riteniamo che questa scelta sia alquanto infelice e che nel lungo termine non porterà ad un risparmio ma soltanto ad un limitazione del diritto allo studio e ad un impoverimento della formazione. D’altro lato proprio facendo riferimento a tale diritto, riteniamo che avendo noi intrapreso un corso di studio, questo ci vada garantito fino alla fine con l’offerta adeguata”.

“Questo nostro pensiero – proseguono – è condiviso dall’intero gruppo degli studenti del corso serale, dei quali siamo portavoce, ed a tale riguardo alleghiamo un documento firmato da alcuni di noi, non essendo stato materialmente possibile sottoporlo a tutti i componenti del gruppo”.

“Chiediamo alla Procura di intervenire – concludono – affinché ci sia garantito il diritto allo studio consentendoci di terminare il corso di studi intrapreso”.