Cronaca

Morte di Paolo Ponzo, concessa nuova proroga per la consegna della perizia medico legale

Paolo Ponzo

Savona. Slitta ancora il deposito della perizia medica nell’inchiesta sulla morte di Paolo Ponzo. Il medico legale Benedicta Astengo, che ha anche eseguito l’autopsia, ha infatti chiesto una nuova proroga per la consegna dei risultati dell’esame istologico sui tessuti cardiaci dell’ex calciatore, stroncato da un malore durante il trail “Maremontana” il 24 marzo scorso. Proroga che il sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci ha concesso: i risultati, ritenuti determinanti per capire se Ponzo poteva essere salvato, sono quindi attesi per settembre.

A quasi cinque mesi dalla tragica morte del responsabile del settore giovanile del Savona, l’inchiesta per omicidio colposo (aperta contro ignoti) attende di poter arrivare ad una svolta. Le risposte che arriveranno dagli esami istologici sui campioni prelevati durante l’autopsia chiariranno la causa della morte e potranno aiutare a capire se, con soccorsi più tempestivi, Ponzo poteva essere salvato. I periti che stanno lavorando sul caso, oltre a quelli della Procura ci sono anche i consulenti nominati dai familiari di Ponzo (Marco Salvi per conto dei genitori e Francesco Guglieri per la moglie), per quanto anticipato durante un vertice in Procura, sembrano essere arrivati a conclusioni differenti sulle cause del decesso.

Per il medico legale nominato dal sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci, Ponzo avrebbe avuto un cuore ipertrofico, una patologia che potrebbe giustificare il malore cardiaco che è stato fatale. Un malore improvviso insomma. Le pensa diversamente Marco Salvi, il consulente nominato dai genitori dell’ex calciatore. A suo avviso a stroncarlo sarebbe stata un’aritmia, provocata dall’ipotermia per le ore passate al freddo. “Io vedo – osserva Salvi – un dato ambientale prevalente. Ponzo dopo 43 chilometri di maratona in salita, si ferma, non ce la fa più ad andate avanti. Prova, ma le gambe non rispondono. Rimane lì, per due ore al freddo, a una temperatura sui zero gradi”. Secondo Salvi, l’ex calciatore va in ipotermia e l’aritmia è l’evento terminale, che non gli dà scampo, anche perchè (è questo il suo convincimento) i soccorsi arriveranno quando ormai non ci sarà più nulla da fare. “Se fossero avvenuti prima – conclude Salvi – si sarebbe salvato”. E su questo punto però concorderebbe anche il perito nominato dal pubblico ministero. Sulla macchina dei soccorsi e sull’organizzazione della gara ha invece puntato l’attenzione l’inchiesta della Procura.