Ponente. E’ un’azienda specializzata in shoppers biodegradabili al centro dell’inchiesta della Guardia di Finanza su un crack finanziario da oltre 7,5 milioni. Smentita secca che si tratti della Flexopack, la grande azienda ingauna che si occupa di produzione e vendita di materiale plastico: “Non c’è alcun collegamento con l’operazione di cui si ha avuto notizia oggi – sottolinea l’avvocato Alessandro Cibien – Diffidiamo chiunque a mettere in dubbio il buon nome della Flexopack, una realtà solida per fatturato e impiego del lavoro, oltre che per il livello produttivo”.
Si tratta invece di una ditta che opera sì a Villanova con un magazzino, ma fa riferimento ai due titolari di Borghetto Santo Spirito, C.V. e C.C., entrambi denunciati insieme ad altre cinque persone. Secondo la ricostruzione della Fiamme Gialle, i titolari dell’azienda si erano rivolti ad esperti contabili per realizzare “un piano di destrutturazione aziendale volto a delocalizzare fittiziamente in paesi esteri le attività, svuotare la società della parte più redditiva intestandola, attraverso un sistema di ‘scatole cinesi’ ad un soggetto estero”.
Il buco lasciato, a danno dei creditori, è di 7,5 milioni di euro, somma in gran parte distratta dai soci e dai professionisti coinvolti su conti correnti ubicati in paradisi fiscali.