Cronaca

Fece ottenere maxi finanziamento a Nucera in cambio di 1,6 milioni di euro: manager torinese ai domiciliari

tribunale Savona

Savona. La maxi inchiesta che ruota intorno ad Andrea Nucera, l’imprenditore cerialese indagato per bancarotta fraudolenta, di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, oltre a reati tributari per una serie di fallimenti societari, si arricchisce di un nuovo capitolo. Indagando sulle attività delle società del gruppo Nucera la Procura di Savona ha infatti scoperto un’operazione “sospetta” legata ad un finanziamento bancario che ha portato ad un arresto e ad un sequestro e nella quale l’imprenditore di Ceriale sarebbe, di fatto, parte lesa.

Nei guai è finito, con l’accusa di usura, riciclaggio ed evasione fiscale, un manager, Bruno Salidu, sardo d’origine ma residente a Torino, che è finito agli arresti domiciliari nei giorni scorsi. Secondo l’accusa (l’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Ubaldo Pelosi), Salidu, titolare di fatto della società “Eurofinance”, tra il dicembre del 2007 e i primi mesi del 2008, avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra Nucera e la banca Unicredit per fargli ottenere un grosso finanziamento. In cambio però l’imprenditore cerialese avrebbe versato a Salidu, a fronte di un prestito ottenuto dall’istituto bancario di 16 milioni di euro, un compenso di un milione e seicentomila, una cifra troppo ingente per non essere ritenuta usuraria.

Dagli accertamenti sarebbe anche emerso che quei soldi sono finiti nelle tasche del manager sardo attraverso “triangolazioni” illecite confluite in un conto svizzero e quindi in nero. Motivo per il quale la Procura gli contesta anche le accuse di evasione fiscale e riciclaggio, oltre a quella di mediazione usuraria. Gli arresti domiciliari, eseguiti in esecuzione di un’ordinanza del gip del tribunale di Savona Emilio Fois, sono scattati però solo per il reato di usura (il giudice non ha infatti ritenuto sussistenti le altre accuse per le quali l’arrestato resta indagato a piede libero). Nei confronti di Salidu è inoltre scattato anche un sequestro di beni per un valore di un milione e trecentomila euro (la cifra che effettivamente Nucera avrebbe versato per la mediazione).

Nei confronti dell’imprenditore di Ceriale, tuttora latitante ad Abu Dhabi (la richiesta di estradizione è stata infatti respinta), è poi scattata una nuova contestazione di bancarotta fraudolenta per il fallimento della “Marea Neagra”, società del gruppo che seguiva una serie di attività immobiliari in Romania e per la quale Nucera aveva chiesto il maxi finanziamento. L’importo utilizzato per pagare Salidu proveniva infatti proprio dalle casse di quest’ultima. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, Nucera aveva chiesto un prestito da 44 milioni di euro, ottenendone però “solo” 16. Una cifra che poi non è stata restituita ad Unicredit e che fa parte del maxi debito (si parla di circa 250 milioni di euro) che le società dell’imprenditore cerialese hanno accumulato con diverse banche dopo i vari crac che si sono registrati negli ultimi anni.

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