Cronaca

Scrisse lettera a preside e provveditorato, maestre della figlia l’accusano di diffamazione: mamma assolta

Savona Tribunale

Savona. Un’episodio spiacevole di cui era stata vittima sua figlia a scuola che aveva finito per costarle un’imputazione per diffamazione di due maestre davanti al giudice di pace. La vicenda giudiziaria di una mamma savonese questa mattina si è chiusa con una sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste pronunciata dal giudice Santo Grammatico.

Tutto era iniziato nel gennaio 2007 quando un’alunna della classe terza delle elementari “XXV Aprile” alle Fornaci, durante l’orario scolastico, aveva subito un episodio di violenza da parte di due compagni che, per gioco, avevano cercato di legarla ad un albero con una corda. La piccola rischiò di soffocare e finì per restare comprensibilmente sotto choc e con un vistoso livido alla gola. La madre, che all’epoca aveva scelto di non presentare una querela (ma era poi stata risarcita dall’assicurazione della scuola), aveva però scritto, attraverso il suo legale (l’avvocato Maria Iezzi) una lettera al preside e al provveditorato nell’ottobre del 2010 quando ormai la ragazzina aveva cambiato scuola. Nella lettera si faceva cenno al “mutato atteggiamento” nei confronti dell’alunna, alla quale, pochi mesi dopo l’episodio era stato rinfacciato che la scuola aveva “tagliato” escursioni e gite e limitato l’autonomia dei ragazzi per timore potessero verificarsi altri episodi spiacevoli.

Nella lettera si parlava di “angherie” e questo aveva suscitato la reazione delle due maestre che si erano sentite diffamate dal contenuto della lettera ed avevano denunciato la mamma. Le maestre durante il processo hanno spiegato di non aver mai cambiato atteggiamento verso la bambina, ragione per la quale si sono sentite accusate ingiustamente dalla lettera. Da parte sua la mamma aveva specificato che la lettera “non citava alcuna maestra, ma faceva solo riferimento all’episodio di gennaio e a ciò che era accaduto dopo”. Stamattina l’epilogo della vicenda con l’assoluzione della madre della piccola.