Economia

Esuberi alla Cabur, l’azienda: “Colpiti dalla crisi del mercato elettrico e dalla stretta sugli incentivi governativi”

Cabur Altare

Altare. Riorganizzazione del personale alla Cabur di Altare, azienda specializzata in morsetteria e materiale elettrico, attiva dal 1952. Come anticipato ieri, la preoccupazione dei sindacati è alta: sarebbe un duro colpo per un organico di 110 dipendenti. Tanto che le organizzazioni sindacali hanno chiesto un forte intervento istituzionale.

A spiegare le ragioni del nuovo piano industriale, è la direzione aziendale: “Nel 2006, l’azienda, essendosi aggiudicata la gara a suo tempo indetta, ha operato, attraverso un protocollo sindacale, l’assunzione di circa 30 dipendenti provenienti nella maggior parte dagli esuberi della Rolam, insediandosi, tra l’altro, nell’area da questa dismessa e spostando così il suo headquarter dalla storica sede di Albissola Marina ad Altare. Questa operazione ha significato per Cabur un incremento della potenzialità produttiva di oltre il 30%, secondo un preciso piano industriale stilato nel 2005 e completamente rispettato”.

“Nel 2011 – proseguono dalla direzione – è stato portato a termine l’importante investimento relativo all’ampliamento della gamma dei prodotti fabbricati ad Altare con l’aggiunta della linea di Siglatura Industriale, gestita tramite la stampante a getto d’inchiostro denominata Cabur Jet (su cui sono stati ottenuti diversi brevetti). Purtroppo, il perdurare della crisi del settore elettrotecnico italiano in cui l’azienda ricopre un ruolo di leadership, rendono oggi indispensabili le immediate azioni di adeguamento della capacità produttiva alle attuali esigenze della richiesta di mercato e di contenimento dei costi”.

“Fino ad oggi, gli effetti della crisi che dal 2009 ha colpito il Paese sono stati attenuati ed assorbiti da Cabur anche grazie alla ‘boccata di ossigeno’ proveniente dagli incentivi governativi alla produzione di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili e ad un moderato ricorso agli ammortizzatori sociali sempre concordati con le organizzazioni sindacali. Purtroppo, le più recenti modifiche al piano energia, unita mente al prolungarsi in prospettiva indeterminata della crisi del mercato elettrico e delle costruzioni edili, rendono indispensabile anche per Cabur l’attuazione di un piano di riorganizzazione le cui motivazioni sono state anticipate, in maniera trasparente e particolareggiata, alle organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro tenutosi alla Unione degli Industriali della Provincia di Savona”. Questa la posizione dell’azienda.

A grandi linee, il nuovo piano prevede un’azione volta al contenimento dei costi che ha coinvolto fin dal secondo semestre 2012 le spese generali, quelle per i servizi, le spese di marketing e la ricerca di una filiera di fornitori più competitiva.

“Per superare la crisi e rafforzare la sua presenza sul mercato mondiale, Cabur ha approntato un nuovo piano industriale mirato a riportare l’azienda alla crescita nell’arco 2014-2018, soprattutto grazie ad una maggiore focalizzazione sui mercati export, viste le ormai note prospettive del nostro mercato domestico” spiegano dall’azienda.

“Questo piano industriale dovrà, tra l’altro, affrontare aspetti organizzativi che, sfortunatamente, non consentono di evitare anche un intervento di ridimensionamento del personale: una ulteriore conseguenza dello scenario di crisi profonda del settore in cui ci si muove da ormai troppo tempo” conclude la direzione.