Genova. L’ex presidente del Savona Calcio Andrea Pesce è stato arrestato. La notizia arriva sotto la Torretta direttamente da Genova dove stamattina il Nucleo di Polizia Tributaria di Genova ha concluso una complessa attività investigativa nei confronti della società genovese del settore dei traslochi e della logistica, fallita nel novembre del 2011.
Al termine delle indagini sono state denunciate complessivamente 11 persone, delle quali 3, tra cui appunto Pesce, accusate di reati fallimentari e fiscali, tratte in arresto stamattina e sottoposte ai domiciliari. Le persone indagate sono accusate di bancarotta fraudolenta, ricorso abusivo al credito e frode fiscale, per l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Le indagini, sviluppate attraverso approfonditi accertamenti contabili e documentali, sono state estese ad altre tre società collegate con quella al centro dell’attenzione investigativa, delle quali due con sede a Genova e l’altra in provincia di Alessandria, anche queste in stato di dissesto economico, che venivano utilizzate come strumento per drenare e distrarre risorse finanziarie a vantaggio personale degli amministratori ed a danno degli interessi dei creditori e dell’Erario.
Il sodalizio indagato, attraverso fittizi rapporti commerciali, per lo più fasulle prestazioni di servizi e false sponsorizzazioni ad una società calcistica, anche questa fallita nel corso del 2011, aveva predisposto un sistematico “svuotamento” delle risorse e dei fondi aziendali, utilizzati per finalità personali o, comunque, estranee all’esercizio dell’impresa.
I finanzieri hanno dimostrato il complesso delle manovre distrattive dei beni e del denaro dell’impresa; in particolare sono riusciti a quantificare in 4 milioni di euro, l’importo totale della bancarotta fraudolenta e preferenziale; in 2,5 milioni di euro, l’ammontare del ricorso abusivo al credito; in oltre mezzo milione di euro, il valore delle fatture fasulle ed in oltre un milione di euro, la cifra corrispondente alle ritenute fiscali e previdenziali operate, ma non versate all’Erario ed agli Enti di previdenza.
Questa mattina, all’esito di 8 perquisizioni domiciliari, eseguite in varie località liguri ed in Piemonte, nelle abitazioni degli indagati e negli uffici delle aziende coinvolte nelle indagini, oltre alle misure coercitive, sono stati sequestrati beni per un valore globale di circa 250mila euro.
