Pietra L. Otto anni di reclusione, due in più di quanti ne aveva richiesti il pubblico ministero. E’ la condanna inflitta questa mattina in tribunale a Savona ad un settantacinquenne di Vercelli, Luigi C., che nel febbraio del 2012 era stato arrestato con l’accusa di aver abusato di una bimba di otto anni. L’uomo, un amico della famiglia della piccola, ogni tanto si prendeva cura di lei durante il soggiorno estivo a Pietra Ligure. Proprio in quelle occasioni si sarebbero però consumati gli abusi.
A scoprire che nel rapporto tra il settantenne (soprannominato da alcuni bambini “il nonno della spiaggia” proprio per la sua dedizione al gioco e al prendersi cura dei più piccoli) e la figlia (oggi tredicenne) c’era qualcosa di strano erano stati i genitori che, leggendo il suo diario, avevano trovato particolari e rivelazioni inquietanti. Descrizioni minuziose degli abusi subiti (carezze, baci e palpeggiamenti), difficilmente riconducibili a semplici fantasie. Di lì la decisione di rivolgersi alla polizia e denunciare l’accaduto. Dopo una serie di indagini le accuse erano parse fondate e nei confronti di Luigi C. era stata emesse un’ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale.
Fin dal principio l’uomo ha respinto ogni accusa e anche durante il processo ha continuato a difendersi negando di aver avuto approcci sessuali con la piccola. Secondo l’accusa invece gli abusi si sarebbero consumati in più occasioni nell’estate del 2008 e in quella del 2009. L’episodio più grave si sarebbe consumato nella casa di Pietra Ligure dell’uomo: quel giorno lui si era fatto accompagnare nell’appartamento della piccola e poi l’avrebbe spogliata e toccata. Gli altri sarebbero invece avvenuti in spiaggia quando il “nonno” faceva fare il bagno alla bimba: sott’acqua, lontano dagli occhi degli altri bagnanti, l’avrebbe palpeggiata.
Durante la sua deposizione in aula Luigi C. aveva fornito anche una spiegazione per quanto successo a casa sua: “E’ vero che mi sono ritrovato nell’alloggio con la bimba nuda, ma non l’avevo spogliata io. Era stata lei, mentre io prendevo delle cose, a togliersi i vestiti e mettersi a letto”. Secondo la tesi difensiva sarebbe stata quindi la bimba ad avere degli “atteggiamenti sessualizzati” verso il “nonno”. Proprio su questo punto e sulla scarsa credibilità della bambina, che sul diario avrebbe riportato delle fantasie, ha fatto leva l’arringa difensiva del legale dell’uomo, l’avvocato Gianfranco Muccino di Vercelli. Il difensore ha sottolineato anche l’assenza di “prove certe” che potessero far ritenere il suo assistito colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Inoltre ha rilevato come fosse anomalo che, ipotizzando avesse subito degli abusi già nel 2008, l’anno seguente la bambina fosse tornata sulla spiaggia di Pietra Ligure insieme all’imputato senza modificare atteggiamento nei suoi confronti.
Una tesi duramente attaccata dal pm Ubaldo Pelosi che nella sua requisitoria ha invece sottolineato assoluta credibilità della bambina dimostrata dalla sua “deposizione precisa ed ampiamente documentata”. L’accusa ha poi sottolineato come l’imputato non abbia negato l’episodio accaduto nella sua casa per il quale è stata data una “versione non credibile e palesemente contraddittoria”. Infine il pubblico ministero ha rilevato che, se l’uomo avesse effettivamente notato degli atteggiamenti strani da parte della piccola (“tentativi di sedurlo”), è strano che non ne abbia parlato con i genitori visto il rapporto di amicizia che li legava.
I genitori della bambina, presenti in aula così come l’imputato, si sono costituiti parte civile con l’avvocato Germana Frizone, che stamattina aveva richiesto un risarcimento totale del danno per le parti offese di 250 mila euro (150 per la piccola e 100 per mamma è papà). Il Collegio del Tribunale di Savona, fatta una valutazione dei danni morali e non subiti, ha riconosciuto alle parti civili un risarcimento definitivo di 80 mila euro.