Cronaca

Tragedia di Genova, contestazioni dalla piazza: “Devono parlare i lavoratori, non sono le istituzioni che fanno il porto”

Genova. La città piange le sue vittime in una piazza Matteotti gremita in occasione del lutto cittadino proclamato dopo la terribile tragedia avvenuta alle 23 del 7 maggio nel porto di Genova.

Bandiere a mezz’asta in Regione, Provincia e Comune e anche nel Comune di Rapallo, visto che una della vittime, Daniele Fratantonio era proprio nativo e viveva nella cittadina rivierasca. In piazza ci sono tanti lavoratori del porto, ma non solo, le istituzioni e sindacati: tutti uniti in questo terribile momento di dolore, per affrontare un “colpo al cuore”, come lo ha definito ieri il presidente della Regione, Claudio Burlando, che ha colpito la città.

Un minuto si silenzio per le vittime di questa tragedia e poi un grande applauso di affetto e vicinanza per le famiglie prima degli interventi delle istituzioni.

Una contestazione si alzata è dalla piazza durante la manifestazione in ricordo delle vittime della tragedia in porto. “Vogliamo i lavoratori, vogliamo i lavoratori, sono loro che devono parlare e non ci vogliono far passare”. Ecco le prime parole levatesi dalla piazza. “Basta, basta, Messina ha già fatto troppi casini in giro per il mondo, non ne possiamo più”.

E poi ancora “Vogliamo la verità” e “Sono anni che spettiamo che le istituzioni ci proteggano. Ieri mattina i sindacati volevano interrompere lo sciopero alle 12, ma noi abbiamo detto ‘no’, non si può lavorare mentre i sommozzatori trovano i cadaveri delle vittime. Lo sciopero durerà fino oggi alle 13 e dedichiamo tutto questo alle famiglie e le famiglie dovranno proteggerci quotidianamente e non ricordarsi di noi solo quando accadono le tragedie”.

Poi la lettura commessa di una lettera da parte degli operai del porto. “Il porto di Genova non deve diventare un luogo del mistero, i sindacati per non interrompere la sacra produttività ci hanno chiesto di lavorare durante una tragedia. Navi che passavano con turisti con tanto di macchina fotografica che immortalavano l’ennesima tragedia. Noi non dimentichiamo, senza futuro non c’è memoria”.

“Ci sono un po’ di tensioni nel mondo portuale, dove gli incidenti sono più rilevanti – dichiara il sindaco – tutti ne siamo consapevoli e sappiamo che bisogna occuparsi di questo”.