Savona. La sospensione della rata di giugno dell’Imu non solo per le prime case ma anche per i beni strumentali all’attività produttiva, come terreni agricoli e fabbricati rurali, contenuta nel decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, soddisfa Confagricoltura Savona.
“Si tratta – ha commentato il presidente provinciale Massimo Rebella (nella foto) – di un atto di giustizia. Il sistema imprenditoriale, in particolare l’agricoltura, ha pagato già abbastanza per l’introduzione di un’imposta iniqua che ha tassato strumenti di produzione e luoghi di lavoro come fossero patrimoni”.
“Per il settore primario l’Imu – ha detto il presidente di Confagricoltura Liguria Mansuino – ha significato un aumento di 130 milioni di euro solo per il gettito dei terreni agricoli. Terreni che nella nostra regione hanno il valore catastale più alto d’Italia e che, quindi, generano in Liguria un gettito più alto che nel resto del Paese. Terreni che sono ‘strumentali’ al lavoro delle imprese agricole”.
Questa decisione del Consiglio dei Ministri – ha concluso Rebella – è un primo concreto e significativo passo. Ora bisogna cambiare rotta e ricominciare a sostenere le imprese, altrimenti non ci sarà ripresa né economica né occupazionale. Bisogna che il governo rispetti gli impegni presi con l’articolo 13, comma 8 del relativo decreto e la ‘clausola di salvaguardia’, restituendo l’Imu in eccesso pagato dagli agricoltori (come minimo 160 milioni di euro per l’intero Paese) e, quindi, lavori per la sua totale abolizione come già annunciato dal ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo”.
Anche Agrinsieme ha espresso soddisfazione per la sospensione del pagamento dell’Imu per i terreni ed i fabbricati rurali ed ha rimarcato che “il governo, come auspicavamo, ha dato un segnale positivo al mondo produttivo”. Questo è stato il commento del coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari, il quale ha ringraziato il ministro De Girolamo che, “sin dal suo insediamento si è impegnata attivamente per l’alleggerimento della pressione fiscale delle aziende agricole. E’ un ottimo ed importante risultato”.
Agrinsieme ha ricordato che nel 2012 l’aggravio per gli imprenditori agricoli, rispetto al gettito Ici e Irpef 2011, è stato di circa 366 milioni di euro (tra l’altro ben al di sopra dei 210 milioni individuati dall’Esecutivo). “Una cifra insostenibile per un settore sempre più in difficoltà, che crea pesanti problemi alla gestione aziendale, con forti ostacoli alla crescita ed alla produttività. Per questo Agrinsieme ha più volte sollecitato il governo ad intervenire con decisione sulla materia, a cominciare dalla restituzione dell’extragettito, in attuazione della ‘clausola di salvaguardia’ prevista da un’apposita legge. Tenendo ben presente – ha concluso il coordinamento – che l’obiettivo finale è la totale abolizione di questa tassazione, che andrebbe a colpire beni strumentali, indispensabili all’attività di impresa”.