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Provincia, Stefano Parodi si dimette: “Non ho avuto un giusto processo, ma tolgo la patata bollente al consiglio”

Provincia. “La mia decisione è di rassegnare le dimissioni dalla carica di presidente del consiglio provinciale. Questo atto avviene dopo l’uscita delle motivazioni, che ritenevo fossero la cosa più importante da portare davanti al consiglio stesso per dimostrare come le tesi accusatorie siano in realtà non supportate da alcun riscontro oggettivo”. E’ quanto afferma Stefano Parodi, al centro della sfiducia quale presidente dell’assise consiliare di Palazzo Nervi.

“Ora – prosegue Parodi – vado serenamente in Appello perché non solo sembra quasi che un processo non si sia svolto, nel senso che le tesi del pm sono state accolte in pieno e sono state riportate anche nelle motivazioni, ma non sono state riportate completamente tutte le dichiarazioni rese dai tanti testimoni, che hanno sottolineato come non abbia mai fatto pressioni su alcun membro della giunta albissolese né sui funzionari. Vado serenamente a giudizio e tolgo la patata bollente al consiglio provinciale perché non era giusto che avesse problemi per ciò che concerneva la mia posizione. Ringrazio tutti i consiglieri provinciali che hanno mostrato solidarietà, compresa l’opposizione che ha sempre mantenuto comportamento soft cercando di curare anche l’aspetto umano della vicenda”.

Parodi è stato condannato in primo grado a due anni e mezzo per un’accusa di corruzione nell’ambito della vicenda giudiziaria che lo riguardava come amministratore di Albissola. Dopo il no alla mozione di sfiducia presentata dal centrosinistra (da tempo alla carica sull’argomento), il Pdl intendeva presentare a propria volta una mozione per destituire Parodi, ma di fronte al passo indietro del diretto interessato il gruppo non la proporrà in aula. A questo punto la successione alla carica di presidente del consiglio passerà alla prossima seduta del parlamentino di Palazzo Nervi.

“Ritengo che la verità sia una sola, posso solo fornire riscontri oggettivi rispetto a una vicenda complessa – afferma l’ex sindaco di Albissola Marina – Il castello accusatorio è supportato da alcuni testimoni che peraltro gli stessi giudici da una parte ritengono infondati. Mi sembra quasi impossibile essere condannato perché una persona ha riferito un ‘sentito dire’ da parte di una persona che ‘nega di aver detto’, da parte di un imprenditore che dà una versione dei fatti fantasiosa e che dice apertamente che comunque la dazione di denaro in questione non era oggetto di accordo corruttivo ma era beneficenza”.

“E’ una ferita che fa male a chi ha sempre basato la sua vita politica sulla trasparenza e sull’amore per Albissola Marina. Mi hanno chiesto chi me l’ha fatto fare, io dico che l’ho fatto per amore del mio paese. Non voglio che una situazione del genere possa essere replicata perché vorrebbe dire che un amministratore non può fare una cosa di questo genere perché ha paura di mettere un piede in fallo e di essere accusato di cose senza poter replicare. Quindi a chi fa l’amministratore dico di continuare a ‘fare’, perchè il ‘non fare’ può metterti al riparo da rischi ma non è il compito per il quale si è stati eletti” conclude Parodi.