Cronaca

“Operazione Broker”, maxitruffa a due finanziarie: in 5 patteggiano, in 32 restano a giudizio

tribunale savona

Savona. Ci sono altri patteggiamenti nel processo per la vicenda di una maxitruffa alle finanziarie Citifin e Findomestic, che aveva preso le mosse da un’indagine dei carabinieri di Savona battezzata “Operazione Broker” e che vede a giudizio 37 persone. Cinque di loro, questa mattina, davanti al Collegio hanno comunicato di aver raggiunto un accordo con il pm per definire la loro posizione con un patteggiamento. Per gli altri imputati invece il processo è stato rinviato perché il capo d’imputazione è stato parzialmenente modificiato (è stata contestata un’aggravante) e, di conseguenza, era necessari una nuova notifica.

Le accuse per i diversi imputati, a vario titolo ed in concorso, vanno dalla truffa al falso, ma anche all’associazione per delinquere. In udienza preliminare erano state stralciate alcune delle contestazioni contenute nei vari capi d’imputazione (che sono più di 150) tra cui quella di falso in impronta (per aver falsificato alcuni timbri dell’Inps e dell’Inail).

A scegliere la via del patteggiamento (per tutti la pena concordata è di quattro mesi di reclusione e 100 euro di multa) sono stati: Antonio e Luisa Orrù, Vincenzo Lo Basso e Vincenzo Panuccio. Anche una quinta persona, Micaela Canale, patteggierà, ma per lei l’accordo era già stato raggiunto in precedenza. Tutti i patteggiamenti saranno definiti nella prossima udienza, il 14 ottobre, quando per tutti gli altri imputati (tra cui Lillo Mannarà e Fabio Interrante, considerati tra le menti della truffa) proseguirà il processo.

Le truffe alle finanziarie erano venute alla luce dopo che, dalle indagini dei carabinieri, era emerso che i prestiti di denaro e piccoli finanziamenti erano erogati (per importi che variavano dai 4 ai 15 mila euro) a clienti che non avevano i requisiti per poterli ottenere perchè erano disoccupati o non offrivano le opportune garanzie. Il tutto allegando alle domande di finanziamento finte lettere di assunzione, falsi contratti di lavoro e buste paga con tanto di timbro dell’Inail (e questo è un reato particolare, l’uso di sigilli dell’amministrazione statale), intestati a ignari esercenti della provincia di Savona: ristoratori, albergatori, imprenditori edili.