Cronaca

Iniziato il processo per un presunto giro di false fatturazioni che vede a giudizio Pietro Fotia e altri 3 imprenditori

Savona Tribunale

Savona. Giro di false fatturazioni: è iniziato questa mattina il processo che vede a giudizio quattro imprenditori, tra cui figura anche Pietro Fotia, per la vicenda relativa al filone “fiscale” dell’inchiesta Dumper. Oltre a Fotia, amministratore della Scavo-Ter, sono imputati nel procedimento anche Mario Taricco, già titolare dell’omonima ditta di ferramenta e duplicazione chiavi in via Giacchero, Andrea Baccino della Bbg Costruzioni e Vittorio Baghino della Sale Scavi. Nell’udienza odierna però la posizione diquest’ultimo è stata stralciata per un difetto di competenza territoriale.

La ditta di Baghino infatti aveva sede in Piemonte e, di conseguenza, gli atti sono stati inviati alla Procura di Mondovì. Dopo la presentazione di questa eccezione il processo è stato rinviato al prossimo 4 dicembre. A giudizio a Savona restano quindi Fotia, Baccino e Taricco (difesi dagli avvocati Badella, Caratti, Frizzi, Grosso e Ricco). Per tutti l’accusa è di aver creato un giro di false fatturazioni che avrebbe coinvolto, oltre alla Scavo-Ter, anche le altre aziende che avrebbero fornito documentazioni false per raggirare il fisco.

Il filone fiscale dell’inchiesta Dumper era scattato in seguito ad un controllo della Guardia di Finanza, nel 2009, negli uffici della Scavo-Ter a Vado Ligure. Dalla verifica – si legge nelle 50 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata nel maggio 2011 dal gip Fiorenza Giorgi – “emergevano rilevanti rapporti economici e finanziari con diverse società risultate essere evasori totali e che non risultavano in attività”.

Dai successivi controlli era poi emerso che queste società (Quasar Cg Srl, Società Costruzioni Generali Srl, Aaronne Srl, Aaronne Consorzio, Badrock Srl) – sempre secondo l’accusa – “avevano emesso fatture in tutto o in parte inesistenti nei confronti della Scavo-Ter, la quale aveva in tal modo ottenuto vantaggi fiscali illeciti e la costituzione di fondi occulti, realizzati anche attraverso complessi passaggi fiscali e triangolazioni” negli anni tra il 2007 e il 2010. Un presunto giro di fatture illecite per importi che, nel complesso e considerando tutte le aziende coinvolte, si aggirano secondo l’accusa intorno ai 3 milioni di euro.

In un primo momento nell’inchiesta (la stessa che aveva anche portato in manette l’ex dirigente dell’ufficio tecnico di Vado Roberto Drocchi che ha già patteggiato) era finito nel mirino dei magistrati anche il legale rappresentante di Scavo-Ter, Donato Fotia, fratello di Pietro, che però non solo non risulta indagato, ma anzi figura come “danneggiato”: nell’ipotesi di reato a carico del fratello Pietro si legge infatti “…all’insaputa del legale rappresentante dell’azienda”.

In sede di udienza preliminare avevano invece patteggiato altri due imprenditori per cui il pm Ubaldo Pelosi aveva chiesto il rinvio a giudizio, ovvero Maximiliano Gandolfo, titolare della Cg Quasar di Altare (al quale veniva contestata anche la bancarotta fraudolenta) e Roberto De Maestri, titolare della Società Costruzioni Generali. Il primo aveva patteggiato due anni e sei mesi di reclusione, mentre il secondo, aveva patteggiato sei mesi.