Valbormida. Nella seconda metà di maggio, che vede l’alternanza di sole e acquazzoni, si torna a parlare di caloriferi in Valbormida. A sollevare la questione i sindacati di base.
“I sindaci hanno dato una deroga sino al 12 maggio. Dopo la situazione è andata peggiorando, ma le deroghe non sono state aggiornate dappertutto. Nelle scuole, negli ospedali, nelle case più vecchie vi sono ambienti freddi e umidi in cui le persone hanno bisogno e diritto di avere il riscaldamento acceso” affermano da Cobas Utenti Valbormida.
“Chi ha gli impianti autonomi, non teme improbabili verifiche generalizzate. La minoranza dei cittadini che ha impianti centralizzati è costretta a tener spento. E la gente si ammala. Anziani, bambini. Malati sono costretti a subire malattie da raffreddamento anche per l’improvviso spegnersi dei caloriferi. Eppure chi paga sono sempre i cittadini e l’inquinamento non dipende certo da qualche settimana in più, ma dalle modalità, dall’impianto, dal combustibile.Chiediamo quindi deroghe per chi ne ha bisogno” concludono i Cobas.