Loano. Una condanna e due assoluzioni. Si è chiuso così il processo che vedeva a giudizio gli ex titolari dell’agenzia “Roma” di Loano, i coniugi Brunetto Rossetti, 68 anni, e Daniela Vacca, di 61, ex presidente del Lions Club Loano Doria e già consigliere comunale, e la figlia Elena Rossetti, di 38, per una questione legata ad una società per la gestione di immobili (“la Elda srl”) che li vedeva accusati per “falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico”.
Per quella vicenda è stato condannato a quattro mesi di reclusione solo Brunetto Rossetti (difeso dall’avvocato Fausto Mazzitelli), mentre la moglie e la figlia, visto che il giudice ha ritenuto il reato attribuibile solo al presidente della società, sono state assolte da ogni accusa. In particolare, secondo l’accusa, gli imputati (Rossetti in qualità di presidente del cda della società e dell’assemblea dei soci, le due donne in qualità di consiglieri) avrebbero coinvolto, a sua insaputa, Filomena S., 59 anni, l’ex consuocera dei coniugi Rossetti, nel consiglio d’amministrazione della Elda Srl.
La nomina era stata scoperta per caso dalla donna: la signora aveva fatto una visura per la separazione del figlio, scoprendo di essere da anni stata indicata come amministratore di una società di cui non aveva conoscenza. Nomina per la quale aveva anche rischiato il posto di lavoro in quanto, come dipendente pubblica, non poteva ricoprire tale carica.
La denuncia di Filomena S. – che si era costituita parte civile nel procedimento con l’assistenza dell’avvocato Flavio Opizzo – sarebbe partita dopo aver scoperto di risultare nominata negli atti della società, controfirmati da un notaio alassino nel dicembre 2004, nel dicembre 2005 e nel maggio 2006 in occasione di tre consigli di amministrazione, senza avervi però, questa la sua denuncia, mai partecipato. Nel processo venivano però contestati due episodi ben precisi risalenti al 19 dicembre del 2005 e al 23 maggio del 2006 quando ci furono due assemblee della società alle quali Filomena S. risulta essere stata presente come attestato dal notaio nei documenti ufficiali. Secondo la Procura però la donna non c’era e al suo posto Rossetti, la moglie e la figlia avevano presentato Irene Z., 93 anni, la mamma dell’uomo (che in un primo tempo era stata indagata insieme ai familiari, ma è stata poi prosciolta).